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Modena, città immobile, rassegnata e sporca: una deprimente cartolina

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Modena che non cambia nonostante tutto perchè a chi detiene la ricchezza non conviene cambiare e perchè anche alla opposizione conviene così


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Le immagini che ininterrottamente giungono in redazione sul degrado legato alla nuova modalità di raccolta differenziata targata Hera restituiscono la deprimente immagine di una città sporca, immobile e rassegnata.

Modena non è mai stata così tanto sporca. Rifiuti abbandonati ovunque, cassonetti trincerati da montagne di sacchetti di plastica, cumuli dove differenziata e indifferenziata si mescolano in una discarica inestricabile. Modena è sporca nei marciapiedi, nelle strade e negli androni dei palazzi che al loro interno nascondono - come nella miglior tradizione fine impero - i fasti degli scaloni, dei lampadari e delle statue in marmo: ricchezza messa in cassaforte dai privati che la detengono e divenuta ricordo di un mondo ormai tramontato.

Modena è sporca, ma l'amministrazione (sempre dello stesso colore da otto decenni) e il gestore Hera tirano dritto, sordi davanti alle lamentele dei cittadini, costretti a differenziare in modo maniacale i rifiuti per poi ritrovarsi le vie ridotte in modo indecente e con un inceneritore, sempre gestito dalla stessa Hera, che brucia a prescindere 240mila tonnellate di immondizia l'anno. Modenese o non. Non importa.

Modena immobile, conservatrice, fatta di tanti mondi impegnati a difendere con le unghie e con i denti diritti acquisiti anche attraverso un sistema di potere rodato, dove partito, governo locale e una precisa fetta di economia sono legate a doppio filo. Modena che non cambia nonostante tutto. Che non si sconvolge, non ferma una festa del cibo, neppure davanti alla morte di un ragazzino minorenne.
Che osserva guerre e pandemie, diritti calpestati e soprusi verso i più deboli da spettatrice, posizionandosi sempre dalla parte 'giusta', quella più forte. Modena che non cambia perchè a chi detiene la ricchezza non conviene cambiare e perchè le briciole dei privilegi concessi a pioggia ai settori più disparati (dallo sport alla cultura) sono sufficienti a far germogliare in ogni campagna elettorale la volontà della continuità a ogni costo, della conferma di un potere che - dal canto suo - non si fa scrupolo a marginalizzare ogni forma di dissenso etichettandolo con qualche epiteto a caso, 'fascista', 'no vax', 'inaffidabile', 'incompetente'... Non importa. L'importante è resistere ancora per cinque anni. Poi ci si penserà.

Modena rassegnata. Perchè l'opposizione stessa sembra accettare questo stato di cose, come fosse inevitabile, scritto nel cielo. Frutto di una volontà divina che ha condannato questa fetta di terra emiliana a non poter godere del profumo di una sana alternanza politica, che nulla ha a che vedere con l'appartenenza di ciascuno alla 'destra' o alla 'sinistra' ma che rappresenta un valore in quanto tale. Alternanza normale altrove, dal Trentino alla Puglia, impensabile qui, sotto la Ghirlandina. Modena rassegnata, tra cotechini in svendita e gnocco fritto, tra ragù scomposto e Lambrusco volato fino a 30 euro a bottiglia. Rassegnata perchè anche ai leader dell'opposizione che di volta in volta si sono succeduti, in fondo conviene così. Conviene tutelare il proprio recinto di minoranza, la propria poltrona, perchè cambiare davvero è troppo difficile. Troppo rischioso. Ci penseremo la prossima volta. Nel 2029, nel 2034, nel 2039. L'odissea delle attese si può sempre posticipare, la tartaruga per quanto lenta resta imprendibile.
Giuseppe Leonelli

Sopra la situazione in via Mar Tirreno e via Russi 

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