Modena città insicura: così i fatti fanno crollare la retorica Pd
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Modena città insicura: così i fatti fanno crollare la retorica Pd

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Ma in piazza Grande sembra che questa triste realtà non esista e allora siamo tutti in attesa che il nuovo sindaco Mezzetti dia corso alle sue promesse


Modena città insicura: così i fatti fanno crollare la retorica Pd
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E adesso come la mettiamo? Dopo dieci anni di pedisseque abituali dichiarazioni perbeniste dell’ex sindaco Muzzarelli e dei suoi assessori secondo cui Modena era città sicura, tranquilla, pulita, ordinata, attrattiva ed accogliente, ecco che ‘Il Sole 24 Ore’ fa piazza pulita di queste fantasmagoriche dichiarazioni paternalistiche, ipocrite e retoriche e pone Modena tra le città più pericolose d’Italia, collocandola al sedicesimo posto (su 106 Province), quella col maggiore tasso di criminalità superando, in questa poco edificante classifica, città di altre Regioni italiane.

E, secondo questa indagine, risultiamo settimi per quanto riguarda i furti con scasso su auto, decimi per furti in abitazioni, quindicesimi in quanto a rapine in strada. Le rassicurazioni demagogiche e puramente propagandistiche dei nostri amministratori comunali, provenienti sempre e tutti dallo stesso partito, il Pci, divenuto poi Pds, Ds e ora Pd, che governano questo territorio ininterrottamente da ottant'anni, sono state clamorosamente smentite dai dati della indagine nazionale.

Come del resto sanno benissimo i cittadini modenesi che in questa realtà vivono e che queste problematiche affrontano quotidianamente e sulla loro pelle, con le lamentele, le proteste e le richieste (spesso inascoltate) di aiuto e di interventi veri e concreti. Fatte proprie dai partiti di minoranza e dai quotidiani come il nostro. E pensare che qualche assessore buontempone ha avuto la sfacciataggine in passato di affermare in pieno consiglio comunale che si trattava di ‘percezione di pericolo’ perché in realtà Modena era città tranquilla e che, anzi, i giornali facevano dell’allarmismo impaurendo i cittadini, dando notizia dei fatti criminosi che si verificavano…
La realtà dunque fotografata anche da occhi esterni è ben diversa da quella narrata dagli amministratori comunali e ci consegna la realtà di una diffusa criminalità presente in tutti i quartieri, dalla Sacca al Novi Sad, dai viali del Parco al centro storico, dalla zona del Tempio a viale Crispi, alla stazione ferroviaria e in quella delle autocorriere, da corso Vittorio Emanuele, ai Giardini pubblici e altrove.

Con una sequela continua di risse tra gang giovanili, tra sbandati, ubriachi, clandestini, tossico, pusher, senza tetto, che minacciano e impauriscono i cittadini di giorno e di sera, facendo venire meno la necessaria sicurezza sulle strade, nei locali pubblici, nei parchi, interessati da parte loro da un progressivo degrado per via dei rifiuti abbandonati e non raccolti con regolarità e rapidità da Hera. L’impossibilità insomma di vivere la città senza avere paura e con tanti appelli, reclami, suppliche, richieste di aiuto e di intervento alle forze dell’ordine e con gli stessi gestori di negozi, bar, ristoranti e locali pubblici testimoni e spesso vittime di aggressioni, furti, rapine e scassi.

Ma in piazza Grande sembra che questa triste realtà non esista e allora siamo tutti in attesa che il nuovo sindaco Mezzetti dia corso alle sue promesse elettorali di intervento visto che l’argomento criminalità e sicurezza del cittadino egli lo ha posto tra i primi punti della sua campagna elettorale del giugno scorso insieme a quello dell’altra emergenza sociale, vale a dire la raccolta differenziata dei rifiuti attuata da Hera che sinora si è dimostrata un vero fallimento.
Perchè, come ripetono di continuo i cittadini con le loro lettere-denuncia inviate ai giornali, i Comitati di protesta sorti spontaneamente un po' ovunque in città, le associazioni dei commercianti e degli artigiani, i partiti di minoranza Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e ora anche i Cinque Stelle, si assiste ad un progressivo peggioramento delle condizioni di vita dei modenesi, con un degrado che è sotto gli occhi di tutti, anche dei turisti e dei visitatori increduli di essere in una città il cui centro è stato considerato dall’Unesco ‘Patrimonio dell’Umanità’, costretti invece a convivere con spaccio, prostituzione, bande di giovani, parchi ormai off-limits per le persone, per mamme e bambini, per anziani e la stessa stazione ferroviaria considerata ormai luogo insicuro e pericoloso, che dovrebbe rappresentare viceversa un biglietto da visita per Modena, città Universitaria, col Museo Estense e quello Muratoriano, ma anche città della Ferrari, della Maserati, di Pavarotti, di Bottura e ora anche del Festival della Filosofia.

Cesare Pradella

Cesare Pradella
Cesare Pradella

Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque..   Continua >>


 

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