Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Mentre il centrodestra continua a tergiversare in un pendolo sterile tra un Paolo Cavicchioli divenuto novello Godot e un candidato di bandiera meloniano (quasi a lasciar intendere di non credere affatto nonostante il traino romano nella 'contendibilità' di Modena), il centrosinistra è alle prese con l'individuazione del candidato sindaco per il post-Muzzarelli.
Con il primo cittadino in scadenza che appare sempre più protagonista e tutt'altro che intenzionato a godersi la pensione, per la coalizione a guida Pd il vero avversario appare all'interno della propria area e non all'esterno. Certo, il teatrino del 'arginiamo le Destre', 'scongiuriamo il pericoloso fascista' e via di questo passo è ben rodato e pronto ad essere messo in scena alla bisogna, ma la sfida vera per i Dem si gioca tutta in casa.
Fu così nel 2014 rispetto alla candidatura di Francesca Maletti, vista come 'corpo estraneo' rispetto alla 'Ditta' ed è così oggi rispetto alla candidatura dell'assessore Andrea Bosi.
Laureto in giurisprudenza, spigliato, di bell'aspetto, apparentemente lontano dalle paludi del politicamente corretto, Bosi da mesi sta tessendo una fitta rete di incontri per promuovere la propria candidatura a sindaco. Incontri che vanno ben oltre il recinto del centrosinistra e che, nonostante la sua storia di sinistra-sinistra, intercettano consensi anche nel mondo del centrodestra. In particolare quello legato alle imprese, all'associazionismo non d'area Pd e agli studi professionali.
Dialoga con tutti Andrea Bosi, non si astiene dal criticare alcune scelte dell'amministrazione uscente e dimostra una apertura inedita per l'ingessata macchina comunale modenese che ripete se stessa da 8 decenni.
Così, con una opposizione impalpabile e disunita, l'unico vero elemento di discontinuità rispetto al Muzzarelli uno, due e chissà quanti altri numeri a seguire, appare il 41enne assessore al centro storico. Di qui la volontà dell'apparato Pd di troncarne il volo.
Metaforicamente ca va sans dire, e pazienza che egli sia espressione della corrente del segretario nazionale Schlein: la Schlein se proprio vuole mettere una bandierina che la metta a Carpi con Stefania Gasparini. Il ragionamento è semplice: perchè rischiare un cambiamento minimo interno, quando il Sistema-Modena - in assenza di rivali - può tranquillamente riprodursi ancora una volta, per altri 5 anni, senza colpo ferire? Al rinnovamento ci si penserà nel 2029. Per chi ci sarà.
E allora l'intraprendente e spigliato Bosi è, nemmeno troppo lentamente, sparito dai radar del tavolo delle candidature possibili. Un tavolo dove continuano a giocare la loro partita Giulio Guerzoni, capo di gabinetto del sindaco e figlio dell'ex senatore Roberto Guerzoni e Andrea Bortolomasi, storico braccio destro di Muzzarelli. Ma anche i presunti big come Stefano Vaccari, Massimo Mezzetti, Maria Cecilia Guerra e Davide Baruffi. Giocano la loro partita i capibastone Dem e nel farlo si nascondono dietro l'apparente percorso partecipato organizzato ad arte dal segretario Federica Venturelli appoggiata dall'onnipresente Carpeniteri. Un percorso che, come sempre, di partecipato ha solo il nome. Perchè le scelte vere vengono ovviamente prese altrove.
Per Bosi a questo punto si pone un bivio. Accettare un contentino dal partitone (contentino si fa per dire se si pensa alla poltrona dorata da consigliere regionale), come fece Francesca Maletti, e aspettare il proprio turno (che non arriverà mai ma sperare non costa nulla), o fare una lista propria e dimostrare che si può anche perdere, ma che fuori non ci sono i leoni e che comunque camminare a testa alta non ha prezzo? Un dilemma che di solito si chiude con un esito scontato. Ma il giovane (o quasi giovane) Andrea Bosi, chissà, può stupire tutti. Forse.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>