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L'approccio, a partire dallo slogan 'gentile' scelto per la campagna elettorale, è nel segno di una frattura col passato: ora la sfida per il candidato sindaco del centrosinistra, senza tessera del Pd, Massimo Mezzetti, è trasformare le buone intenzioni in realtà.
La continuità dal punto di vista del campo politico e del cosiddetto 'sistema di potere' emiliano sicuramente non è in discussione, ma Mezzetti può comunque marcare un deciso cambio di passo sui modi e sulla forma. E non sarebbe comunque poco.
Del resto è evidente come la cifra dell'amministrazione pubblica modenese negli ultimi 10 anni sia stata marcatamente caratterizzata da uno stile divisivo: il sindaco uscente Giancarlo Muzzarelli, presentatosi come amministratore delegato della città, come 'uomo forte', ha sempre dimostrato un piglio che ha scavallato il puro decisionismo per sfociare nella protervia. Ne è dimostrazione l'ultima infornata di nomine, varata in perfetta solitudine e nonostante le forti critiche degli alleati.
O con me o contro di me, e molti, a o onor del vero, forse più per quieto vivere che per convinzione, hanno deciso di stare con Muzzarelli.
Ora, davanti allo stile dell'uomo di Fanano, Mezzetti in queste prime battute di campagna elettorale si è dimostrato tutt'altro che accondiscendente. Nonostante i modi pacati e 'gentili', ha mostrato tutta la propria insofferenza per la mancanza di 'fair play' del suo quasi-predecessore e ha più volte sottolineato l'esigenza di abbandonare la politica muscolare per aprirsi al confronto e al dialogo. Uno stile sobrio ma fermo quello di Mezzetti, messo in campo peraltro anche durante la sua positiva esperienza da assessore regionale e che lo ha portato ad esordire, nel giorno della sua investitura ufficiale, dicendo di non essere sotto l'ala di nessuno, ma viceversa di avere avuto sotto la sua, di ala, sia Muzzarelli che Stefano Bonaccini.
Certamente la strada della 'indipendenza politica' per Mezzetti è ancora lunga e si dipana non solo sulla direttrice collegata al primo cittadino uscente, ma anche su quella che ha il volto del presidente della Regione Emilia Romagna.
Bonaccini e Muzzarelli: sono questi in fondo i due nomi dai quali il candidato del centrosinistra, coi suoi modi colti e col sorriso sincero, deve affrancarsi. Un percorso nel quale è certamente aiutato dalla fase discendente che la parabola politica di entrambi sta attraversando.
Muzzarelli, nonostante i suoi sforzi per restare in sella fino all'ultimo, si avvia alla fine del suo decennio di potere. Certo, ha già annunciato dal palco del 25 aprile che non andrà in pensione, probabilmente approderà in giunta regionale (qualora il centrosinistra a novembre si confermasse maggioranza), ma in ogni caso la sua influenza su Modena sarà inferiore.
Parallelamente anche il peso specifico di Bonaccini, il cui stile politico da 'uomo del fare' refrattario a ogni critica è speculare a quello dell'amico-nemico Muzzarelli, è in netto calo. Dopo la batosta della sconfitta alle primarie con la Schlein e dopo il no al terzo mandato, l'uomo di Campogalliano ha dovuto smentire la sua promessa solenne di restare alla guida della Emilia Romagna fino all'ultimo giorno, per non perdere l'ultimo treno della sua carriera politica. Per lui è già caldo un posto in Europa, ma da Bruxelles, nonostante lo stipendio dorato, potrà incidere decisamente poco sulle dinamiche modenesi.
Ecco allora che Mezzetti, sfruttando sia questa favorevole congiuntura sia la sua non appartenenza al Pd, potrà dimostrare che una politica diversa sotto la Ghirlandina è davvero possibile. Insomma, è chiamato a trattare i due esponenti di spicco Dem emiliani con gentilezza certo, ma con il distacco dovuto ai semplici 'ex' e poco importa se nell'infinito braccio di ferro tra il sindaco e il governatore, la sua investitura a sindaco sia nata dalla vittoria del secondo sul primo. Bonaccini e Muzzarelli per Mezzetti dovranno rappresentare solo il passato, dal quale prendere le distanze, almeno nei modi. E' questa la sfida più grande dell'ex assessore regionale, ovviamente dopo quella di evitare il ballottaggio con l'intraprendente, ben oltre le stesse aspettatative di Fdi, candidato del centrodestra Luca Negrini.
Giuseppe Leonelli