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I cittadini modenesi si dimostrano sempre più preoccupati per la loro città che, un tempo considerata ‘isola felice’, bella, ricca di storia e cultura e di personaggi che l’hanno resa famosa in Italia e nel mondo per le eccellenze prodotte, scivola sempre più nella indifferenza, nella rassegnazione e nel degrado.
Perchè è sparita la loro sicurezza di cittadini, la loro tranquillità e l’incolumità personale di giorno e di sera, perché chi li amministra da sempre in piazza Grande ha lasciato degenerare la situazione non trovando le soluzioni idonee per contrastare l’avanzare del degrado e il senso di abbandono ovunque e non solo nelle zone off limits come la stazione ferroviaria, delle autocorriere, viale Crispi, il Novi Sad, la Sacca e altrove.
Perchè non ha saputo dare risposte sulla sicurezza ai Comitati di protesta dei cittadini sorti in quasi tutti i quartieri della città che chiedono al Comune ascolto e interventi. Perché solo oggi, dopo anni di negazione dell’emergenza criminalità, ammette a denti stretti che il problema esiste anche a Modena insieme a quello dell’evidente fallimento delle tanto enfatizzate politiche di integrazione degli immigrati.Perchè concede che un market alimentare della Coop , oltre a quello aperto nell’ex Amcm di viale Sigonio, entri anche nel secolare Palazzo del Seminario di corso Canalchiaro (che ospita tra l’altro il Tribunale ecclesiastico e la Biblioteca diocesana) inaugurato dal Duca di Modena Francesco IV nell’800 e che, oltre a danneggiare il decoro della storica struttura, mette in difficoltà economica i negozi alimentari esistenti nella zona e anche lo storico Mercato Albinelli, già in difficoltà per l’assoluta mancanza di parcheggi per i commercianti e i clienti.
Perchè non sa trattenere le Fiere e le rassegne di settore nello spazio espositivo della Bruciata e, dopo avere perso Skipass (che interessava oltre alla città tutta la zona turistica dell’Appennino con le lamentele del presidente del Consorzio del Cimone Magnani) e Play, ecco perdere un altro gioiello di famiglia, la ‘Champagne experience’ (seimila visitatori ad ogni edizione annuale), che si trasferirà anch’essa nel quartiere fieristico di Bologna. “Una grave perdita per Modena e Provincia – ha commentato il presidente di Confesercenti Mauro Rossi – che lascia intravedere una possibile dismissione dell’intero nostro polo fieristico modenese”.
“E perchè non è tollerabile che ogni volta che piove per 24 ore – ha acutamente osservato Eugenia Bergamaschi, imprenditrice e già presidente di Canfagricoltura - la nostra Regione, che viene definita Regione-motore della economia italiana e presa ad esempio per la sua efficienza, vada sott’acqua. Ma pulire i fiumi dai tronchi e detriti portati a valle ad ogni piena non è possibile? E perchè non allargare le casse di espansione o farne di nuove invece di limitarsi ad emanare allerte meteo arancione o rosse che creano solo stati d’ansia nella popolazione e non affrontano il problema vero che è quello della mancanza di manutenzione degli alvei e di interventi adeguati?”
“Insomma, una città che sta morendo - come aggiunge iperbolicamente Beppe Zagaglia, noto fustigatore di costumi – e noi non ce ne accorgiamo nemmeno”. Citando pure lui il caso dei due market della Coop di viale Sigonio e di corso Canalchiaro “che stritolano i negozi esistenti – incalza - e che minacciano il nostro antico mercato di via Albinelli, l’ultimo baluardo della modenesità, pieno di colori, profumi e prelibatezze, che i turisti vengono a visitare insieme al Duomo e alla Ghirlandina”.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>