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La Pressa
E' passato tanto tempo... Era il 2009 quando l'attuale assessore all'ambiente Alessandra Filippi combatteva convintamente, nelle vesti di presidente del Circolo di Legambiente Modena, davanti all'inceneritore di via Cavazza, per contrastare l'ipotesi, poi confermata, del raddoppio della capacità di conferimento annua a 240.000 tonnellate.
E' passato tanto tempo... Eppure a ben vedere è proprio quell'inceneritore, totalmente sproporzionato rispetto ai bisogni di smaltimento di indifferenziata della provincia di Modena, a rendere disincentivante a monte il concetto di una raccolta differenziata spinta. Al di là delle storture e dei disagi vergognosi che il porta a porta introdotto in questi mesi sta creando.
Con un camino che brucia sempre e comunque 240mila tonnellate e con una produzione annua da 120mila tonnellate di indifferenziata, l'aumento della raccolta corretta non fa che far diminuire l'immondizia da bruciare modenese aumentando quella importata da Hera da fuori provincia confermando il ruolo di Modena (città tra le più inquinate d'Italia) come polo nazionale di incenerimento.
Insomma, 13 anni fa l'attuale assessore Filippi ci aveva visto giusto. Col passare del tempo, e con il nuovo incarico, ha cambiato idea. O almeno non protesta più con cartelli davanti all'impianto di via Cavazza per chiederne, se non la chiusura totale, lo spegnimento sei mesi all'anno che consentirebbe di smaltire solo l'effettiva produzione modenese.
g.leo.
Modena, quando l'assessore Filippi manifestava contro l'inceneritore

Insomma, 13 anni fa l'attuale assessore Filippi ci aveva visto giusto. Col passare del tempo, e con il nuovo incarico, ha cambiato idea...


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E' passato tanto tempo... Eppure a ben vedere è proprio quell'inceneritore, totalmente sproporzionato rispetto ai bisogni di smaltimento di indifferenziata della provincia di Modena, a rendere disincentivante a monte il concetto di una raccolta differenziata spinta. Al di là delle storture e dei disagi vergognosi che il porta a porta introdotto in questi mesi sta creando.
Con un camino che brucia sempre e comunque 240mila tonnellate e con una produzione annua da 120mila tonnellate di indifferenziata, l'aumento della raccolta corretta non fa che far diminuire l'immondizia da bruciare modenese aumentando quella importata da Hera da fuori provincia confermando il ruolo di Modena (città tra le più inquinate d'Italia) come polo nazionale di incenerimento.
Insomma, 13 anni fa l'attuale assessore Filippi ci aveva visto giusto. Col passare del tempo, e con il nuovo incarico, ha cambiato idea. O almeno non protesta più con cartelli davanti all'impianto di via Cavazza per chiederne, se non la chiusura totale, lo spegnimento sei mesi all'anno che consentirebbe di smaltire solo l'effettiva produzione modenese.
g.leo.
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