Modena, sfuma il terzo mandato: l'eredità di Muzzarelli

Si cerca di distrarre i cittadini con promesse di interventi straordinari a volte avveniristici, mai sinora realizzati


Sfuma dunque la possibilità per il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli di correre per il terzo mandato, come aveva fatto capire di ambire. E sarebbe ridicolo che il Pd continuasse a sostenere (come qualcuno ha già cominciato a fare) che è ‘colpa del governo Meloni’ se la norma sui due mandati è ancora valida.
Sono stati i governi succedutisi negli ultimi dieci anni nei quali il Pd era presente a non porre mano alla norma in vigore, così come esso ha la responsabilità di avere mantenuto in vita la legge Bassanini, il ministro del Pd che la propose nel 1997, una legge che il tempo si è incaricato di dimostrare sbagliata, a cominciare dalla riforma dall’Ente Provincia, una riforma rimasta a metà del guado, come ha detto anche il presidente uscente Gian Domenico Tomei. Un ente che continua ad avere poteri e responsabilità in settori sensibili come quello della scuola, delle strade e della viabilità avendo tuttavia amministratori non eletti direttamente dai cittadini.
E allora, parafrasando, si potrebbe dire che “quod non fecerunt barbari, fecit Bassanini”.
Ha così inizio la ‘corsa’ all’interno del Pd modenese tra quanti ambiscono alla poltrona di Muzzarelli, corsa che vede in lizza ex diessini ed ex margheritini (specie ora con la elezione della ‘radicale’ Schlein), una eredità assai pesante e gravosa per una città in difficoltà, con tanti vecchi problemi non risolti e poche certezze, con grandi criticità e tanto degrado ambientale e sociale e con comitati di protesta sorti in tutti i quartieri che fanno sentire quotidianamente le loro voci di dissenso, di paura, di preoccupazione, di disagio.
Come l’allarmante situazione delle Corni, con scontri, pestaggi, violenze tra studenti, aggressione di docenti, la denuncia di una insegnante: una realtà mai vista prima a Modena e fuori controllo, che ha indotto i sindacati scuola di Cgil, Cisl e Uil ad una manifestazione di protesta insieme ai famigliari degli studenti per il mancato intervento delle istituzioni, Comune, Provincia, Provveditorato.
Così come la crescente protesta dei modenesi per il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti gestito da Hera, pieno di criticità e lacune che, invece di risolverli, ha creato problemi e disagi ai cittadini e agli esercenti, come hanno denunciato Confesercenti, Confcommercio, Lapam ma come ha sostenuto anche Alberto Bosi di Alternativa Popolare: “E un sistema che fa acqua da tutte le parti - ha dichiarato – che non piace a nessuno”. Proteste anche da parte di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che ha raccolto migliaia di firme di cittadini infuriati che ne chiedono una sostanziale modifica.
Resta poi il nodo inquietante della situazione dell’ordine pubblico e della sicurezza del cittadino che coinvolge ormai tutti i quartieri della città, dal centro alla periferia, compresi i parchi cittadini, con spaccio, rapine, scippi, furti, bivacchi di senza tetto, prostituzione e degrado, che crea insicurezza e allarme nei cittadini. Ne fanno testo le continue proteste di Confesercenti e Confcommercio che lamentano pure di non avere ricevuto sinora risposte rassicuranti dal Comune per interventi concreti a tutela dei gestori dei locali pubblici.
E, per non farci mancare nulla, ecco che siamo balzati in testa alla classifica, oltre che della città tra le più care e inquinate d’Italia, anche per le scommesse, le lotterie, le slot machine: secondo le classifiche rese note, ogni modenese scommette circa duemila euro all’anno, con i conseguenti drammi personali e famigliari per stipendi andati in fumo. A farsi carico di questa ulteriore ‘piaga’ modenese e a farla conoscere sono state Federconsumatori, Acli e Arci.
Così come sono preoccupanti le cifre sul riciclaggio di denaro ‘sospetto’ diffuse da Confesercenti che parla di “un incremento del 17 per cento rispetto alle cifre dello scorso anno”, dato questo confermato anche dalle ricerche di Franco Zavatti per conto della Cgil, che rileva come Modena sia seconda in Emilia dopo Bologna in questa speciale inquietante classifica.
In questo quadro poco edificante si innesta la crisi economica che colpisce soprattutto il settore del commercio: Confcommercio sostiene che si sono ‘perse’ a Modena 280 imprese con 150 serrande di negozi ‘storici’ che si sono abbassate nel centro cittadino vittime dall’espansione senza limiti della grande distribuzione che fa loro una concorrenza spietata senza che l’amministrazione abbia individuato e promosso misure in difesa delle ‘botteghe’ storiche e dei mestieri della tradizione.
Modena si conferma pure tra le città col più alto indice di cementificazione del territorio e dunque con una maggiore distruzione del verde pubblico tolto ai cittadini, ma anche tra le città più care d’Italia, certamente la più cara dell’Emilia, con bollette domestiche di circa 1.500 euro per famiglia, una delle più inquinate, quella con la maggiore mancanza di alloggi per studenti fuori sede (a Modena sette su dieci), coi centri di ascolto della Caritas e delle parrocchie che funzionano a pieno ritmo per fare fronte al crescente aumento di richieste di aiuto economico dei più poveri per le utenze domestiche, ma anche per ottenere pasti caldi e le borse settimanali della spesa con generi alimentari di prima necessità e questo per supplire alle carenze della assistenza dei Servizi sociali del Comune. Una città che è carente anche nel delicato settore della assistenza agli anziani con la mancanza di un numero sufficiente di posti letto per anziani, come sottolineato più volte dal Movimento Modena Volta Pagina.
Insomma un crescendo di malcontento specialmente da parte delle fasce più deboli della popolazione di cui si fanno portavoce le associazioni di categoria, di assistenza e i partiti di minoranza che lamentano di non essere ascoltati dalla Giunta comunale sulle loro proposte alternative. A conferma di una amministrazione presuntuosa, arrogante, populista e paternalista, che cerca di distrarre i cittadini con promesse di interventi straordinari a volte avveniristici, mai sinora realizzati pur essendo formata da un partito che, seppure con nomi diversi, è sempre lo stesso dal 1945.
Una eredità assai onerosa dunque per il candidato della sinistra che uscirà dal duro ‘confronto’ interno al Pd già iniziato in vista del dopo Muzzarelli e reso più incerto dopo la elezione della Schlein alla segreteria, elezione che ha scombinato i piani e le strategie che erano già state delineate.
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per .. Continua >>