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Ora si dirà che anche il ministro Piantedosi era un prefetto e che quindi non vi è alcuna anomalia nel nominare assessore il prefetto uscente di Modena. Forse è così. Forse va bene così. Eppure un leggero dubbio, quelli che si incastrano tra i pensieri mentre le mani scorrono altrove, sovviene. Alessandra Camporota fino a ieri è stata il braccio del Governo a Modena. Questo fa un prefetto: risponde al Ministero dell'Interno ed è una istituzione super partes. Bene, da oggi la stessa Camporota assume il ruolo di super assessore a sicurezza urbana integrata, Polizia locale, coesione sociale, integrazione e cittadinanza, volontariato e Terzo settore. Nessuno in giunta ha tanti poteri. Di fatto, al di là delle cariche formali, è un vicesindaco in pectore. E' la numero 2 di Mezzetti. Alla faccia della Maletti stessa alla quale ha tolto il tanto bramato welfare.
Va bene così? Davvero senza soluzione di continuità è giusto che un prefetto diventi assessore nel Comune nel quale aveva esercitato il suo ruolo?
Il tema solleva una questione di opportunità, anche retroattiva, non di poco conto. Perchè, al di là delle pastoie delle leggi e del 'si può fare', resta quel dubbio, mentre le stesse mani scivolano altrove del tutto estranee alla dittatura della logica. Se il prefetto che dal 2021 fino a ieri doveva essere garanzia di imparzialità per tutti i modenesi, oggi veste i panni della prima punta della squadra di maggioranza, allora davvero la tanto sbandierata imparzialità è stata garantita in questi tre anni? I rapporti tra la stessa Camporata e l'ex sindaco Muzzarelli furono davvero animati da un controllo o furono un tutt'uno inestricabile? Dove - per dirla con De Andrè - non si capiva dove finivano le dita e iniziava una chitarra...
Qualche distratta riflessione sovviene. E la sua sostituzione anticipata dal ruolo di prefetto lo dimostra.
Sovviene dunque di pensare al sistema di potere modenese, dove tutto si tiene e dove tutto agisce in modo univoco alla conservazione del sistema stesso. Dalla Curia al mondo dell'associazionismo, dall'universo imprenditoriale a quello delle lobby, dal braccio governativo alle presunte opposizioni. Mentre si finge di voler cambiare, di regalare una alternativa alla città, si ha la triste consapevolezza che in un modello tanto forte e compatto non vi è alcuno spazio per il cambiamento. La formazione a testuggine protegge da ogni spiffero di divergenza, umilia e ridicolizza ogni schema opposto, mostra che tutto è semplicemente come deve essere. Perchè finanche il Cielo e la Luna così vogliono. Già, il prefetto diventa assessore. Il bimbo di Andersen grida che il re è nudo, ma la folla lo zittisce. Va bene così. Le vesti sono splendide e quelle apparenti scandalose nudità sono solo negli occhi malvagi di chi guarda.
Da domani l'assessore alla sicurezza e a una fetta di welfare sarà l'ex esponente del Ministero a Modena, colei che doveva essere garante di tutti, non solo della maggioranza: il sindaco applaude, le opposizioni fingono di indignarsi, e il cielo sopra la Ghirlandina se ne frega. Come sempre. Lunga vita al Sistema che oggi ha avuto l'ardire di mostrarsi per quello che è. Senza pudore.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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