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Discontinuità netta con l'esperienza Muzzarelli e virata a sinistra, con buona pace delle paludi Pd. Il nuovo corso del sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, sta forgiando la propria identità su queste due direttrici. Nello smantellare (molti sottolineano giustamente) pezzo per pezzo il 'ducato' del suo predecessore (dall'urbanistica con la nomina della ribelle 'Carla Ferrari' alla raccolta rifiuti) Mezzetti ha deciso di guardare essenzialmente alla sua sinistra. Lo dimostra la promozione di Vittorio Molinari, oltre quella della stessa Ferrari. Lo dimostra l'aver tolto il welfare alla curiale Francesca Maletti e lo dimostra l'aver rinunciato ad avere l'appoggio dei centristi di Modena Civica.
Una scelta tanto legittima quanto evidente. Una scelta che però, scoprendosi al centro, lascia ampi spazi di manovra alle opposizioni.
Rinforzata dall'approdo di Modena Civica nelle fila della minoranza, la squadra guidata da Fdi - volendo - può ambire a costruire già da oggi un progetto serio per una alternanza credibile agli occhi degli elettori tra cinque anni.
Tutto sta - come sempre - proprio nel volerlo. Se Pulitanò - fedelissimo di Barcaiuolo - ha già i pensieri proiettati alla campagna elettorale per le Regionali (non a caso non gli è stato affidato nessun degli incarichi riservato alle minoranze), lo vuole certamente il capogruppo Fdi Luca Negrini. Negrini, ripresosi dalla batosta elettorale (peraltro giunta non per suo demerito ma per la solitudine nella quale è stato gettato dal suo partito), alla ricerca di una rivincita proprio su Modena, si è già caricato sulle spalle l'intera opposizione assumendone il ruolo di guida. Con lui puntano al medesimo obbiettivo certamente il capogruppo uscente Elisa Rossini, il deputato Dondi e gli alleati Giacobazzi e Bertoldi.
Ma basterà l'impegno generoso dei consiglieri? Quello che è mancata sinora è stata una seria autocritica da parte dei vertici dei partiti di centrodestra. E di Fdi in particolare.
La devastante sconfitta elettorale (28 a 63) è stata archiviata in fretta e furia dalla direzione meloniana. Si è detto da subito 'guardiamo alle Regionali' (con l'evidente obiettivo di promuovere uomini e donne fidati) e si è cercato incredibilmente di vendere una debacle come un mezzo successo. Un'operazione di rimozione che non può portare nulla di buono. Per costruire le basi di qualcosa di nuovo occorre guardarsi con onestà allo specchio, capire dove e cosa si è sbagliato. Senza questo passaggio si finisce per costruire l'ennesima casa su fondamenta di argilla. Con conseguente rischio di crollo anche in vista delle Regionali alle quali da mesi sta lavorando con scrupolo Galeazzo Bignami.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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