Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Modena non cambia. Sceglie Muzzarelli perchè gli elettori hanno immaginato non ci fosse niente di meglio o perchè davvero convinti della riproposta del centrosinistra. Ora non importa granchè. Muzzarelli sindaco al primo turno, Prampolini staccato di oltre 20 punti, 5 Stelle di Giordani ridotti a comprimari, corsa da dimenticare per le civiche Volta Pagina della Coriani e Modena Ora della Franchini. Ghelfi e Celloni che nemmeno superano la soglia dell'1%. E' questa la fotografia del voto di ieri.
Muzzarelli sindaco per altri 5 anni, durante i quali davvero avrà le mani libere senza la spada di Damocle della rielezione. Una responsabilità enorme quella che i modenesi gli consegnano. Una fiducia oltre le attese che ora il centrosinistra dovrà dimostrare di meritare trasformando il Sistema Modena nel Modello Modena. O almeno in un Sistema diverso, provando a cambiarlo dall'interno.
Perchè il cambio drastico, quello dall'esterno, è apparso agli occhi degli elettori peggiore del problema stesso. Non si sono fidati i modenesi degli slogan leghisti, del ricalcare il verbo di Salvini tal quale sotto la Ghirlandina. Non è piaciuto il grido 'prima i modenesi' e la campagna fatta di sorrisi e ammiccamenti al Capitano. La semplicità di DaiMò, slogan deriso da molti, è stata preferita al 'Fidatevi di me' di Prampolini. I modenesi non si sono fidati di una novità apparsa evidentemente come una facciata senza fondamenta.
Muzzarelli ha vinto, sostenuto dal Pd e da una fortissima (8%) componente di sinistra.
Il centrodestra esce con le ossa rotte. Punita la Lega, ma punita soprattutto Forza Italia ferma al 4%. La scelta di accettare supinamente il verbo leghista-Terra dei Padri (eletta Beatrice De Maio) ha cancellato l'identità dei berlusconiani e reso il centrodestra una destra senza la sua parte liberale e moderata.
Su 34 Comuni al voto Forza Italia di fatto ha espresso solo un candidato sindaco (Platis a Nonantola) senza nemmeno ottenere l'appoggio della Lega che non si è presentato. Ovunque ha accettato uomini di Salvini.
Ora è il tempo delle rituali riflessioni e dei mea culpa. Le solite riflessioni e i soliti mea culpa di facciata con una sensazione amara che trapela. Il centrodestra ha davvero sbagliato tutto, ma quanto è stato uno sbaglio consapevole, finanche voluto? L'impressione è che in fondo, Lega a parte che ha fatto semplicemente la Lega, Fratelli d'Italia e quella dirigenza di Forza Italia che a parole ha appoggiato l'incolpevole Prampolini (il tandem Giacobazzi, che ha subito anche lo smacco della non elezione preferito alla Bonacini, e Aimi su tutti) in realtà tirino un sospiro di sollievo. Meglio aver perso e non aver creato un nuovo Guazzaloca modenese. Che qui tutto deve restare com'è. E di nuovo 'eroi' che scippano simpatie e consensi il centrodestra non ne ha bisogno. In fondo, con tutta la simpatia umana per il mite Prampolini, Forza Italia e Fratelli d'Italia avevano accettato un candidato sindaco debole imposto dalla Lega del deus ex machina Stefano Vernole (nel bene e nel male unico regista di un partito senza uomini e senza struttura) proprio per questo. Per non rischiare di vincere. Per non provarci neppure: zitti e coperti che tutto deve restare com'è e gli orticelli, anche se sempre più striminziti, non devono essere calpestati.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>