Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Se mercoledì i 5 stelle decidessero di tenere duro dimostrando un insperato rigurgito di dignità e se Draghi dovesse confermare le dimissioni, il mondo e l'Italia sopravviverebbero benissimo. A dispetto dei foschi scenari descritti in questi giorni dai principali quotidiani italiani e da molti partiti, non vi sarebbe nessuna apocalisse. Le stelle continuerebbero a brillare in cielo, le aziende continuerebbero a lavorare, gli imprenditori lungimiranti a pagare il dovuto i propri dipendenti e quelli disonesti a sfruttarli. I non vaccinati continuerebbero a vivere o morire più o meno come i vaccinati e la Russia continuerebbe la sua offensiva in Ucraina, più o meno come ora. I ladri continuerebbero a fare i ladri, le modelle ad ammiccare nelle foto social e i mendicanti a chiedere l'elemosina tra le mani biancastre e indifferenti di chi parla di giustizia sociale tra un aperitivo e l'altro.
Se mercoledì Draghi dovesse decidere di regalarsi la meritata pensione e di dedicarsi alla vita da nonno, il Belpaese non precipiterebbe in una voragine autodistruttiva. O almeno non cadrebbe in una voragine peggiore di quella nella quale già si trova.
Ormai appare abbastanza evidente che si troverà una mediazione per non andare al voto, ma il compromesso - sia chiaro - non è affatto finalizzato a salvare gli italiani dal mostro a tre teste che solo Mario il banchiere è capace di domare. Il compromesso che si raggiungerà sarà finalizzato unicamente a salvare la faccia ai partiti che hanno sostenuto questo governo del 'tutti insieme appassionatamente', a permettere loro di organizzarsi in vista del voto del 2023 sperando di avere il tempo di architettare un bis per sopravvivere. Dilettandosi, tra un trasformismo e l'altro, negli slogan di sempre, dalla 'responsabilità' alla 'coerenza'...
Draghi è il commissario voluto dall'Europa, e gradito agli Usa, che serviva per essere garante di un Paese non ritenuto all'altezza di meritare la democrazia. L'addio di Draghi significherebbe restituire all'Italia la dignità che merita, restituire agli italiani il diritto di scegliere. Democraticamente. Ormai è evidente che non succederà. L'Italia resterà commissariata in attesa di preparare per il prossimo anno un nuovo commissariamento nuovo nuovo, così bello da non apparire neppure tale. L'Italia resterà commissariata e continuerà a precipitare nel baratro economico e nella umiliazione neocoloniale nella quale è ridotta. Ma il governo festeggerà e dirà 'pensate come sarebbe andata peggio se non ci fosse stato Draghi...' Già pensate...
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>