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Nuovi decreti ed ordinanze: la politica naviga a vista, è caos

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Il Ministro Speranza ed il Presidente Bonaccini varano altri due provvedimenti in due ore. Nazionali e provinciali. La nave del governo sembra alla deriva


Nuovi decreti ed ordinanze: la politica naviga a vista, è caos
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In due ore, due nuovi provvedimenti. Ieri sera. Una ordinanza del Ministro della Salute Speranza, valida per tutto il territorio nazionale, e un nuovo decreto del Presidente della regione Bonaccini, specifico per la provincia di Rimini. Andiamo con ordine. Bonaccini comunica in seconda serata di chiudere (quasi) la provincia di Rimini, dove quel quasi indica un obiettivo, non completamente realizzato, di creare, per quella fetta di regione confinante con la Marche e al centro di una escalation impressionante di contagi, una sorta di zona rossa, che zona rossa però non è. Perché le attività produttive chiudono, ma non tutte, e quelle che dovrebbero chiudere (non essenziali), avranno la deroga per potere operare per svuotare i magazzini, garantire le forniture e continuare quindi a mobilitare, per giorni, operai ed addetti. Esattamente quello che si vorrebbe evitare  e che da più fronti, in questi giorni, è stato contestato al governo.

Accusato di garantire con maglie troppo larghe, l'apertura di troppe imprese con produzioni e soprattutto servizi, non essenziali. Con la postilla che ciò deve avvenire adottando tutti i presidi di sicurezza. Quegli stessi presidi che Stato e regioni non hanno garantito. Non solo nelle aziende ma anche in quei servizi delicati come quello dell'assistenza agli anziani
 
Un provvedimento, quello adottato da Bonaccini per Rimini, che prevede un blocco stradale agli spostamenti, che  anche in questo caso non sarà netto, deciso, in entrata ed in uscita, dalla provincia. Come quello fatto, per esempio, in scala pur minore e controllabile, nel comune di Medicina. No. Il decreto Bonaccini per la provincia di Rimini prevede la chiusura al traffico di diverse vie minori per concentrare il transito su quelle maggiori (dove sono stati predisposti più controlli).

Che si traduce non in una riduzione degli spostamenti (che rimangono quelli consentiti dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri), ma in un aumento dei controlli. Sul modello del 'ti faccio vedere la carota poi attento perché ti picchio col bastone'. Sempre più difficile da capire e soprattutto da applicare forse anche per le forze dell'ordine. Né acqua, né vino. Una mezza via all'Italiana, a step, quasi come se avessimo bisogno di qualcosa per rendere meno disgustosa la pillola, quando è solo la mancanza di coraggio della politiche che agisce.
Di fatto un decreto che impone male e a macchia di leopardo, regole diverse e misure diverse in una provincia della regione rispetto alle altre. E in una regione dove vigono regole ancora diverse da quelle vigenti da quelle nazionali. Il contrario rispetto all'uniformità di merito e di metodo che si doveva adottare da subito. 
Come se la storia di queste ultime tre settimane non avesse insegnato che è meglio intervenire subito, ed in maniera come si suol dire draconiana, su area vasta. Nella consapevolezza che in un trend di contagi che continua al rialzo, ciò che succede nelle aree maggiormente colpite si tradurrà, presto come tale, in quelle che sembrano ancora immuni. Non ci meraviglieremmo se nelle prossime ore le stesse misure assunte per Rimini fossero introdotte anche a Modena. Dove, per ora, ci si è 'limitati', con un'altra decisione arrivata nel pomeriggio come risultato della riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica coordinato dal prefetto, di intensificare i controlli sul rispetto del decreto che impone da giorni, in modo via via più stringente, spostamenti solo per necessità.
Ricordando la denuncia penale per chi non lo rispetta e l'arresto immediato per chi viola l'eventuale quarantena. Una misura, quella della quarantena, che in regione, continua a non essere accompagnata dal tampone. Nemmeno per coloro che in quarantena obbligata ci vengono mandati perché entrati in contatto, anche se non ravvicinato, con una persona risultata positiva. Creando così un altro paradosso. Quello di continuare ad avere soggetti asintomatici ma potenzialmente positivi in giro, nelle fabbriche aperte, ed in quarantena (quindi passibili di arresto fuori dalla soglia di casa), persone che potrebbero esserlo, ma soprattutto, per decreto, in assenza del tampone, anche no. 

Ed ad aggiungere ulteriore confusione e sovrapposizione alla lunga lista di decreti ed ordinanze, è arrivata, a stretto di giro di posta, dal decreto Bonaccini per Rimini, l'ordinanza del ministro della salute Speranza che di fatto ha ricalcato per buona parte, estendendola di fatto sul piano nazionale, le misure dell'ultimo decreto Bonaccini: chiusura di tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande, comprese anche quelle delle stazioni, alla quale il ministro ha aggiunto il divieto (già in vigore nei fatti sulla base di una lettura di buon senso del decreto Conte) di recarsi nella propria seconda casa o comunque casa di proorietà utilizzata come casa vacanze. Il tutto con una specifica da azzeccagarbugli italiano: solo nei giorni festivi, prefestivi, e nei giorni che li anticipano e li seguono. Tradotto, in una settimana normale, venerdì, sabato, domenica e lunedì. Ed il tutto, però, fino al 25 marzo. Di fatto una nuova ordinanza che impone regole valide, nello specifico delle seconde case, solo per un fine settimana. Lungo, però. In una regione dove sabato saranno contestualmente autorizzati i mercati alimentari. Vero e proprio concentrato naturale di avventori in libera uscita, che difficilmente, nel contesto di un mercato, potranno evitare vicinanze proibite se non assembramenti. Ma tutto ciò sarà  rigorosamente in regola. Basterà avere il lasciapassare di fantozziana memoria in tasca, con su scritto nero su bianco: spesa alimentare.

Una immagine davvero poco rasicurante quella che sta dando la politica, soprattutto in un momento in cui adesso sono delegati poteri speciali, troppo spesso spinta a nascondere le proprie inadeguatezze sotto lo scudo del 'non è il momento di fare polemiche ma dell'unità'. Segno e simbolo di una situazione che sta sfuggendo di mano, per non dire ormai fuori controllo. Perché come tale si innesta in un clima di esasperazione emergente in migliaia di famiglie obbligate ad una quarantena di fatto di cui nessuno, (e questo è il punto) riesce ancora a fare intravedere, nemmeno nelle ipotesi, la fine. Nessuno la fa facile, si tratta di una emergenza epocale di fronte alla quale tutti sono pronti a continuare nei sacrifici, ma a patto che alla guida ci sia qualcuno che dia almeno la percezione di non procedere a tentoni, e di avere quel coraggio che a volte si esprime anche nel fare, consapevolmente, per un interesse più grande del proprio, un umile e più dignitoso, passo indietro. 

Gianni Galeotti

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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