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'L’art. 9 della legge n. 28/2000 dispone che: «Dalla data di convocazione dei comizi elettorali, (18 luglio 2020), e fino alla chiusura delle operazioni di voto (21 settembre 2020), è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quella effettuata in forma impersonale ed
indispensabile per l’efficace svolgimento delle proprie funzioni'
Così recita l'informativa dell'Agcom, Autorità Garante per le comunicazioni, diffusa attraverso il Comitato Regionale delle Comunicazioni (Corecom), con sede presso la Regione. Per infirmare, in relazione al Referendum Costituzionale sulla riduzione del numero di parlamentari del prossimo ottobre, dell'entrata in vigore della legge che regola la comunicazione politica ed istituzionale in periodo elettorale. E che espressamente, nello specifico delle pubbliche amministrazioni, vieta la comunicazione che vada al di là delle informazioni indispensabili per lo svolgimento delle proprie funzioni'.
Bene, da quel momento è prassi comune, da parte delle pubbliche amministrazioni, evitare l'esposizione e la comunicazione diretta in voce ed in immagine, attraverso l'utilizzo dei propri uffici stampa e più in generale dei propri canali di comunicazione istituzionale (sito web, canali e pagine social, ecc.. ), dei componenti dell'organismo politico e di governo (sindaci, presidenti di regione, di provincia, e assessori...), in forma appunto diretta e personale. Una legge restrittiva, contestata a più riprese, ma come tale rispettata.
E quindi stupisce tanto più quando è la stessa Regione, ente delegato attraverso il Corecom a gestire le funzioni dell'Agcom rispetto alla par condicio, a non fare propri quei divieti di legge del cui rispetto dovrebbe essere garante. Perché questo ieri come oggi, ma oggi in forma ancora più smaccata e plateale, è successo.
Con ben 4 assessori regionali (Colla, Corsini, Schlein, e Felicori), pubblicati in immagini, video, comunicati stampa, con tanto di virgolettati, in forma diretta e personale sui canali istituzionali della regione e attraverso l'ufficio stampa della Regione stessa. Ai quali si è unita una nota stampa personale e politica dedicata alle dichiarazioni in prima persona del Presidente Bonaccini sui fondi erogati al mondo dello sport. Mentre i comuni, e gli enti locali che avevano ricevuto proprio dalla Regione l'informativa dell'entrata in vigore della legge, quella legge la stavano già applicando e rispettando.
Cosa che suona come una beffa nei confronti di chi le regole le rispetta. Quasi una beffa da parte dell'ente che dovrebbe farsi garante del loro rispetto.
Gi.Ga.