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A Modena come a Roma. L'alleanza fino a ieri contronatura tra M5S e Pd viene benedetta (o quasi) dall'ala ex Ds in primis e condannata da quello che resta dei renziani. Succede così nel Pd nazionale e succede così nel Pd modenese.
Con, a livello locale, una variabile in più: le elezioni del 2019. Il sindaco uscente Pd Giancarlo Muzzarelli sa infatti che con ogni probabilità il centrosinistra a Modena tra un anno andrà al ballottaggio col centrodestra (ammesso Lega, Fdi, Fi trovino un candidato unitario) e allora strizza l'occhio ai 5 Stelle. 'Il Pd non è nato per stare sull'Aventino in attesa di non si sa quali rivincite' - ha detto ieri Muzzarelli auspicando una intesa con il partito di Di Maio.
Parole che nascondo l'evidente necessità del navigatissimo sindaco di trovare una sponda nel M5S.
Muzzarelli sa che a livello locale una alleanza con i 5 Stelle è impossibile, ma sa anche che in caso di ballottaggio è meglio non avere i grillini contro.
Ma alla apertura strategica di Muzzarelli si contrappone a Modena la chiusura netta ai 5 Stelle del consigliere regionale Pd Giuseppe Boschini, possibile candidato a sindaco a Modena qualora (ma l'ipotesi si fa sempre più lontana) Muzzarelli decidesse di non tentare il bis.
Boschini abbraccia in toto la linea del suo capo corrente Renzi, ma nel farlo dimostra quel minimo di coerenza che i novelli fautori dell'accordo M5S-Pd sembrano avere dimenticato. Immolando sull'altare del compromesso e delle poltrone di Governo ogni principio e ogni promesso, fingendo non siano mai esistiti quegli insulti reciproci, quei Piddini e quei santoni pronti a predicare scie chimiche e sirene.
'Preferisco una Italia divisa tra un polo populista maggioritario e uno antipopulista minoritario, che una Italia dell'alternanza tra due poli entrambi a guida populista, uno di 'destra' e uno di 'sinistra', ognuno con dentro in posizione di minoranza il suo 'partitino' tradizionale, che non conta niente, in scomparizione - afferma Boschini in una nota Facebook -. E' meglio stare all'opposizione di un grande polo populista, anche per molti anni, attraverso un piccolo polo democratico e istituzionale, con una salda visione occidentale, democratico-riformista, europea. Sperando che alla fine l'Italia possa essere un paese normale'.
Leo
Redazione Pressa
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