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La Pressa
Percentuale positivi su tamponi fatti oggi dieci volte inferiore a quella di marzo

Sette mesi fa il 27% dei tamponi effettuati risultava positivo. A ottobre, il 2,5%. Ma preoccupa l'aumento nell'ultima settimana. Il 16 ottobre il dato schizzato al 4,7%
Lo stato di allerta ed allarme generato dalla quotidiana comunicazione dei soli numeri assoluti dei positivi al Covid, viene ridimensionato dalla lettura degli stessi dati sulle positività, se relazionati al numero di tamponi effettuati. Come sappiamo, oggi in numero di gran lunga superiore a quello relativo ai mesi di marzo e aprile.
Numeri che parlano chiaro e ben rappresentati dall'infografica fornita dalla Regione Emilia-Romagna, aggiornata al 12 ottobre.
Numeri che ci dicono che nella settimana dal 9 al 15 marzo, su 7710 tamponi realizzati in una settimana (meno di quelli che oggi in regione vengono effettuati in un giorno), 1913 presentavano esito positivo. Ovvero il 25% di media. Con un picco nell'intervallo di quella settimana del 27,4%. Ciò significa che più di una persona su 4 sottoposta al tampone risultava positiva. A quel picco è seguito un calo costante di quella percentuale.
Con la primavera inoltrata e l'arrivo dell'estate la percentuale di positivi rispetto ai tamponi eseguiti è costantemente calata giungendo a mantersi, anche nella prima parte di ottobre, ad un livello di molto inferiore (quasi dieci volte) rispetto a quello di marzo. Nel dettaglio, nella settimana dal 5 al 12 ottobre, su 82.737 tamponi effettuati (più di dieci volte quelli effettuati a marzo), 'solo' il 2,5% è risultata positiva, anche considerando il picco del periodo del 12 ottobre. Come si diceva, una percentuale di positivi sui tamponi effettuati dieci volte inferiore (2,5 su 25) rispetto a quella di marzo, quando i positivi erano relativamente pochi in termini assoluti rispetto ad oggi. E questo non perché erano meno ma perché non venivano fatti tamponi (o almeno non nelle quantità attuali).
Una percentuale quella del 2,5% aggiornata al 12 ottobre, che di per sé farebbe tirare un sospiro di sollievo più che creare nuova ansia. Anche perché parallelamente lo spostamento della maggior parte del numero dei contagiati in una fascia di età intorno ai 50 anni, e quindi meno a rischio di gravi complicanze, ha portato anche ad una riduzione sia in termini assoluti che percentuali dei ricoveri in terapia intendiva.
Ciò che preoccupa è la nuova tendenza al rialzo registrata ad ottobre e continuata fino agli ultimi dati disponibili di ieri. Il 2,5 del 12 ottobre è il culmine di una veloce tendenza al rialzo. Il 5 ottobre la percentuale dei positivi sui tamponi effettuati era dell'1,4%. Nei giorni 13 e 14 la percentuale si è mantenuta stabile intorno al 2,4% ma ha subito un forte rialzo il giorno 15, arrivando a 3,6% ed il giorno 16, toccando il 4,75%. Osserveremo se questa tendenza si confermerà o meno, nella consapevolezza che si tratta di percentuali ben lontane da quelle dei picchi dell'emergenza. Senza sottovalutazioni così come senza allarmismi. Riportando l'oggettività dei dati che ogni giorno forniti ma tendando di inquadrarli nell'altrettanta oggettività di un contesto radicalmente cambiato, sia sotto il profilo degli screening e dei tracciamenti, sia delle terapie individuate sul fronte clinico ed ospedaliero per prevenie ed arginare gli effetti più devastanti dell'infezione. Un mondo quello della scienza applicata che a differenza di una politica ferma a marzo, in termini di improvvisazione, ha fatto passi davvero importanti.
Gi.Ga.
Numeri che parlano chiaro e ben rappresentati dall'infografica fornita dalla Regione Emilia-Romagna, aggiornata al 12 ottobre.
Numeri che ci dicono che nella settimana dal 9 al 15 marzo, su 7710 tamponi realizzati in una settimana (meno di quelli che oggi in regione vengono effettuati in un giorno), 1913 presentavano esito positivo. Ovvero il 25% di media. Con un picco nell'intervallo di quella settimana del 27,4%. Ciò significa che più di una persona su 4 sottoposta al tampone risultava positiva. A quel picco è seguito un calo costante di quella percentuale.
Con la primavera inoltrata e l'arrivo dell'estate la percentuale di positivi rispetto ai tamponi eseguiti è costantemente calata giungendo a mantersi, anche nella prima parte di ottobre, ad un livello di molto inferiore (quasi dieci volte) rispetto a quello di marzo. Nel dettaglio, nella settimana dal 5 al 12 ottobre, su 82.737 tamponi effettuati (più di dieci volte quelli effettuati a marzo), 'solo' il 2,5% è risultata positiva, anche considerando il picco del periodo del 12 ottobre. Come si diceva, una percentuale di positivi sui tamponi effettuati dieci volte inferiore (2,5 su 25) rispetto a quella di marzo, quando i positivi erano relativamente pochi in termini assoluti rispetto ad oggi. E questo non perché erano meno ma perché non venivano fatti tamponi (o almeno non nelle quantità attuali).
Una percentuale quella del 2,5% aggiornata al 12 ottobre, che di per sé farebbe tirare un sospiro di sollievo più che creare nuova ansia. Anche perché parallelamente lo spostamento della maggior parte del numero dei contagiati in una fascia di età intorno ai 50 anni, e quindi meno a rischio di gravi complicanze, ha portato anche ad una riduzione sia in termini assoluti che percentuali dei ricoveri in terapia intendiva.
Ciò che preoccupa è la nuova tendenza al rialzo registrata ad ottobre e continuata fino agli ultimi dati disponibili di ieri. Il 2,5 del 12 ottobre è il culmine di una veloce tendenza al rialzo. Il 5 ottobre la percentuale dei positivi sui tamponi effettuati era dell'1,4%. Nei giorni 13 e 14 la percentuale si è mantenuta stabile intorno al 2,4% ma ha subito un forte rialzo il giorno 15, arrivando a 3,6% ed il giorno 16, toccando il 4,75%. Osserveremo se questa tendenza si confermerà o meno, nella consapevolezza che si tratta di percentuali ben lontane da quelle dei picchi dell'emergenza. Senza sottovalutazioni così come senza allarmismi. Riportando l'oggettività dei dati che ogni giorno forniti ma tendando di inquadrarli nell'altrettanta oggettività di un contesto radicalmente cambiato, sia sotto il profilo degli screening e dei tracciamenti, sia delle terapie individuate sul fronte clinico ed ospedaliero per prevenie ed arginare gli effetti più devastanti dell'infezione. Un mondo quello della scienza applicata che a differenza di una politica ferma a marzo, in termini di improvvisazione, ha fatto passi davvero importanti.
Gi.Ga.

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