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Prima ancora del tema della liceità è l'aspetto dell'opportunità che pare essere stato cancellato dal dizionario della politica. Davanti alla crisi dei partiti tradizionali, alla caduta delle grandi scuole di pensiero che sottendevano ai diversi modelli di società, davanti all'addio alla formazione dal basso della classe dirigente, sembra che ora in politica l'unica regola sia la corsa individuale. E se l'unico l'obiettivo è il 'successo' personale, dell'amico o del famigliare, se il solo limite alle aspirazioni del singolo è la coscienza stessa del singolo, l'autoassoluzione è sempre alla portata di mano e ogni strada è percorribile. E' l'apoteosi dell'uno vale uno perchè non esiste nulla di collettivo, esiste solo quell'uno che sgomita per arrivare.
A qualsiasi costo, come unico limite - forse - quello del codice penale, non certo per una questione etica ma perchè sconveniente nella prassi, in termini di rischi legali.
Ogni campagna elettorale, anche a livello locale, è un'occasione per trovare conferma di questo triste modello. Dal punto di vista legale una persona rinviata a giudizio per bancarotta fraudolenta può candidarsi? Formalmente sì, ma è una questione di opportunità o meno. Ebbene questa inopportunità passa in secondo piano. Chiaro è che qui non è in discussione il principio legittimo del garantismo (non vi sono condanne e occorre aspettare i tre gradi di giudizio), ma semplicemente è una questione di convenienza, di garbo istituzionale, verrebbe da dire scomodando anche un linguaggio ormai desueto. Ma niente, si va avanti come nulla fosse.
Dal punto di vista legale un senatore della repubblica può fare campagna elettorale per la propria moglie con la carta intestata del Senato? Probabilmente sì. E' opportuno? Basterebbe chiederlo a un bambino per conoscerne la risposta. Eppure, anche in questo caso, avanti tutta, senza scrupoli.
E con pure l'applauso degli amici interessati.
E ancora, per scendere a livelli ancor più semplici. E' opportuno rilanciare se stessi per il terzo o quarto mandato da consigliere regionale o da parlamentare, puntando a 15-20 anni a Roma o in Assemblea regionale, con compensi e rimborsi vari dai 7 ai 10mila euro mensili? E' opportuno fare della carriera politica una professione totalizzante, arrivare alla pensione senza aver mai lavorato nemmeno un giorno, al di fuori degli organi istituzionali e dei partiti? E' opportuno candidarsi a incarichi di primo piano se si ha una situazione personale o aziendale finanziaria talmente precaria da pregiudicare una piena libertà di giudizio, unicamente a favore della rappresentanza degli elettori, nelle scelte?
Sono domande che rimbalzano ancora una volta, alla vigilia di un voto importante, come quello per le Regionali. Domande che non hanno colore politico e che riguardano tutti perchè, a ben vedere, in base alla risposta che si dà a questi quesiti, in base alla capacità di sgombrare il campo dai legacci annessi, si può dare una risposta vera al solco che si è creato tra eletti ed elettori, tra cittadini e politica. La disaffezione verso il voto, l'astensionismo, non si combattono con vuoti e sterili appelli a concetti distanti e astratti di civismo e democrazia, ma si combattono restituendo al concetto di 'bene comune' la propria dignità. Se non è opportuno non si fa. Ripartire dalla base credo sia l'unica strada.
Cinzia Franchini
Cinzia Franchini
E' imprenditrice artigiana nel settore del trasporto di merci conto terzi ed è consulente per la sicurezza dei trasporti di merici pericolose su strada.
E' stata per sei anni presi.. Continua >>