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Da qualche parte bisognerà pur cominciare, è difficile forse. Ma il tempo ormai è maturo anche a Modena.
Sì, è tempo per tutti di scrollarsi via di dosso la paura di pestare piedi che contano, di dire una parola sconveniente, di chiudersi porte per aver detto la verità.
Le parole del direttore di Legacoop Modena e Ferrara Gianluca Verasani fanno rabbrividere, perchè dette con la naturalezza di chi dà per scontato il mondo debba girare così. 'La realtà - ha detto Verasani - è che sviluppare una rete di relazioni conta di più che inviare centinaia di CV. Lo dico da ex direttore del personale'. E ancora, riferendosi alle critiche su Facebook al ministro Poletti: 'Anche in questo post diverse persone non perdono l'occasione per insultare. Spero per loro che abbiano già un buon lavoro. Se facessi ancora il selezionatore non assumerei mai chi insulta.
Ed i selezionatori usano molto FB'. Buon uomo Verasani, non lo conosciamo. Ma queste frasi sono inaccettabili. Nel contenuto e nello stile. Punto. E ci assumiamo la responsabilità piena di dirlo. Senza paura di non essere assunti da qualcuno. Perchè per il diritto di esprimere opinioni altri si sono spesi prima di noi. E a loro lo dobbiamo prima che a noi stessi.
Ecco, è tempo di basta.
Diciamolo chiaramente, nella 'rossa' Modena (e la Ferrari non c'entra) si deve essere liberi di criticare anche aspramente chiunque o di apprezzare chiunque e per questo non bisogna temere alcuna ritorsione professionale. A Modena deve essere possibile essere editori (come lo era Dino Piacentini attraverso le sue aziende) di un giornale locale senza poi doverlo chiudere (ufficialmente e formalmente per problemi economici) ma continuando a dar soldi al Pd di Renzi editando il quotidiano nazionale di quel partito.
Nella 'rossa' Modena deve essere possibile mettere in collegamento i rapporti di collaborazione lautamente retribuiti tra la numero 2 (Enza Rando) di Libera (l'associazione benemerita di don Ciotti) e le istituzioni governate dal Pd senza per questo essere accusati di essere filomafiosi.
Deve essere possibile irridere il potere, fare nomi e cognomi di mogli di sindaci (quando pertinenti, come nel caso di Alessandra Pederzoli revisore in quella Aec che ha vinto l'appalto di Bomporto assegnato dalla Provincia governata dal marito Giancarlo Muzzarelli) e ricordare delle conversioni al leader di turno del presidente della regione Stefano Bonaccini senza temere nulla. Senza per questo vedersi precluso nulla. Senza vedersi neppure precluso l'accesso a una professione all'interno delle isituzioni da questi governate. Perchè le istituzioni sono la casa di tutti e non vanno occupate. E i bandi (a Modena si pensi ad esempi a quello per il rinnovo dell'ufficio stampa) devono essere trasparenti e meritocratici.
Perchè gli imprenditori, magari per paura di perdere commesse, non devono avere il timore di esprimere le proprie idee politiche o di esporsi in contesti non allineanti rispetto al sistema monolitico di governo locale.
Deve essere possibile dire sì ad Esselunga senza per questo essere censurati a vita dalla tv edita dalla coop (Trc) come successo a tanti amministratori locali, peraltro Pd. E deve essere possibile rendere pubblici i conti di una associazione di categoria (si pensi alla Cna) anche se sono disastrosi senza nascondere la gestione discutibile del potere dei suoi leader. Tutto questo senza pagar dazio, senza subire purghe. Perchè la verità è utile a tutti.
Ma deve essere possibile anche dire apertamente che il M5S a livello nazionale ha alcune derive interne poco democratiche senza per questo essere etichettati come filo Pd e raccontare delle divisioni insanabili e a tratti incomprensibili all'interno di Forza Italia tra il consigliere regionale Enrico Aimi e la corrente che fa capo a Samorì, Galli, Cavazzoli... senza per questo vedersi preclusi rapporti di lavoro.
Deve essere possibile lodare Bonaccini sul caso-Vaccini e sul taglio dei vitalizi e Muzzarelli, ad esempio, su quanto ottenuto col bando periferie perchè la verità e le opinioni non hanno colori. Non sempre. E si può essere di sinistra senza essere miopi. O di destra, sempre senza essere miopi. E non occorre per forza mettere etichette.
Deve essere possibile esprimere opinioni. Questo sì, sempre. Senza temere ritorsioni. E tutto questo deve essere normale. Non deve precludere nulla. Perchè il proprio recinto, esercitando il diritto alla libertà, non si restringe, ma si allarga. E se tutti lo esercitano, tale diritto, i recinti e le illusorie prigioni spariscono. E ai pre-potenti si sorride e si tende loro la mano e si fa anche una carezza. Poverini...
Giuseppe Leonelli