Il potere di cartapesta di un consigliere regionale: ecco cosa ho imparato
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Il potere di cartapesta di un consigliere regionale: ecco cosa ho imparato

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Tutto si basa sulla fedeltà, le decisioni vere vengono prese altrove. E di questo altrove spesso non vi è neppure conoscenza


Il potere di cartapesta di un consigliere regionale: ecco cosa ho imparato
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Caro direttore,
sarà che la vecchiaia, come l'autunno, induce alla consapevolezza della Fine non così lontana e a qualche riflessione che va oltre il contingente, eppure in questi giorni ho maturato il desiderio di condividere le poche consapevolezze maturate nei miei lunghi anni all'interno delle istituzioni, a più livelli.
Alla vigilia del voto per le Regionali in Emilia Romagna e anche alla luce della sua - meritoria sia ben chiaro - attenzione per le piccole baruffe, amichettismi, nepotisimi locali, forse uno sguardo d'insieme può essere utile.

Non ho ovviamente la presunzione di avere la verità in tasca, ma posso dire con un discreto margine di onestà di avere imparato che il potere vero ha poco a che vedere con l'elezione di rappresentanti del popolo, nei Comuni, nelle Regioni, in Parlamento.
Per essere concreti: ho imparato che un consigliere regionale conta poco o nulla.

Nel suo mandato di cinque anni è chiamato a votare in base alle indicazioni del partito e quello fa. Le decisioni vere vengono prese su altri tavoli, non certo elettivi, e da questi tavoli (dove si uniscono mondi economici, lobby e realtà su cui vi sarebbe da riflettere a lungo) arrivano le direttive ai vertici degli organi di Governo che assorbono tali dicktat e li 'mettono a terra', come si ama tanto dire oggi. Ovviamente, visto il teatro posticcio della democrazia, per concretizzare tali ordini, occorre il consenso dell'organo elettivo e qui arriviamo appunto all'unica funzione alla quale sono chiamati i consiglieri stessi: dimostrare col voto la propria fedeltà verso chi ne ha consentito l'elezione. Ovviamente a prescindere dall'oggetto del voto.

Come fa il 'potere vero' - mi passi la banalizzazione - ad avere certezza di tale fedeltà? A monte gli eletti vengono scelti con cura: la garanzia della loro fedeltà la si può ottenere in tanti modi, certamente la promessa di una rielezione che vale altri 7mila euro al mese per 5 anni è elemento non secondario.

Ho anche imparato che la conoscenza è il vero potere. Per restare all'esempio dei consiglieri regionali (ma stesso discorso vale per la stragrande parte dei parlamentari), gli eletti non hanno accesso alle informazioni alla base delle loro votazioni in assemblea. Non conoscono le dinamiche sottese e non conoscono minimamente gli schemi che, ai tavoli non elettivi ai quali facevo cenno, vengono disegnati. Questi schemi vengono (parzialmente) condivisi con i vertici degli organi di governo eletti i quali sono appunto elemento di collegamento tra il paravento della democrazia e il vero potere. Un consigliere regionale rappresenta solo una pedina che risponde ai mondi che ne hanno permesso l'elezione e per il suo 'sacrificio' viene lautamente remunerato. Del resto, come accennavo, proprio questa remunerazione è la principale garanzia di fedeltà.

Allora, caro direttore, se questo disegno che ho brevemente riassunto è vero, concentrarsi sulla inopportunità dell'elezione della moglie, del marito, dell'amico o del figlio, sulle miserie umane di un senatore di periferia o di un consigliere regionale, non solo è miope, ma finisce per fare il gioco del potere stesso. Questo non significa che non sia vero, che la denuncia non sia corretta, che la vergogna non sia autentica, ma il bluff è ben più grande e ben più profondo. Indignarsi per la superfice è tanto nobile quanto ingenuo. Le Sue, mi permetta, sono la passione e il coinvolgimento degli adolescenti. Poi si cresce e si capisce che è tutto finto, che i personaggi di cartapesta che vengono sbandierati nonostante la loro boria e l'apparente eleganza sono solo fantasmi alla ricerca di una mancia (poco importa quanto sia lauta), e che non vi è più nulla di cui indignarsi. Perchè dietro al palco, dietro al balletto della destra contro la sinistra, del centro responsabile e del sovranismo duro e puro, si nascondono logiche che di questo spettacolo tirano le fila, anche divertendosi. Le assicuro.
E' vero, queste mie parole nascondono un po' di invidia. Invidio il suo entusiasmo davanti alla mia rassegnazione, ma quando si è capito come funziona il gioco non si torna più indietro.
Eli Gold

Eli Gold
Eli Gold

Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett..   Continua >>



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