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Mentre in Italia continua la discriminazione nei confronti degli over 50 ai quali senza super green pass è impedito di lavorare, ci apprestiamo ad accogliere profughi in fuga dalla guerra in Ucraina la maggior parte dei quali non è vaccinato. In Ucraina solo il 35% dei cittadini ha infatti fatto una inoculazione da vaccino anti-Covid, mentre i vaccinati con dose booster sono l'1.7%.
La curva epidemica in Ucraina non è stata molto differente da quella italiana, ma come in molti Paesi dell'Est i cittadini non hanno voluto vaccinarsi.
Ora, è evidente che l'accoglienza dei profughi non deve assolutamente essere vincolata all'aver effettuato una vaccinazione. Sarebbe inumano e incivile. Nessun virologo e nessun politico si permette - e ci mancherebbe - di etichettare costoro come 'sorci' o come 'untori'.
Ma, se così stanno le cose, e le cose stanno così, allora si elimini immediatamente (non il 15 giugno, ma subito) la norma che impedisce ai lavoratori senza super green pass di lavorare. Così come la norma che discrimina ragazzini di 12 anni ai quali è vietato finanche salire su un bus. Oggi in Italia, ricordiamo, è impedito l'accesso ai luoghi di lavoro anche a coloro che non hanno fatto la dose booster. I non vaccinati del nostro Paese sono stati accusati delle peggior cose, 'di far morire' addirittura, per citare il premier Draghi. E parallelamente accogliamo profugli Ucraini che nel 98,3% dei casi non ha la terza dose.
I livelli di tensione sociale sono altissimi e simili inquità se fino a oggi erano ingiuste e orribili, oggi possono provocare una rabbia sociale ingestibile. Il diritto al lavoro non si tocca, è scritto nell'articolo 1 della Costituzione, così come non si tocca il dovere di uno stato di accogliere coloro che scappano da una Guerra.
E' tempo di tornare umani, se vogliamo tentare di dare testimonianza di umanità che possa cancellare lo spettro di un potenziale conflitto mondiale.
Giuseppe Leonelli
Profughi Ucraina, solo il 35% è vaccinato e quasi nessuno ha terza dose

Eppure oggi in Italia è impedito l'accesso ai luoghi di lavoro anche a coloro che non hanno fatto la dose booster

Mentre in Italia continua la discriminazione nei confronti degli over 50 ai quali senza super green pass è impedito di lavorare, ci apprestiamo ad accogliere profughi in fuga dalla guerra in Ucraina la maggior parte dei quali non è vaccinato. In Ucraina solo il 35% dei cittadini ha infatti fatto una inoculazione da vaccino anti-Covid, mentre i vaccinati con dose booster sono l'1.7%.
La curva epidemica in Ucraina non è stata molto differente da quella italiana, ma come in molti Paesi dell'Est i cittadini non hanno voluto vaccinarsi.
Ora, è evidente che l'accoglienza dei profughi non deve assolutamente essere vincolata all'aver effettuato una vaccinazione. Sarebbe inumano e incivile. Nessun virologo e nessun politico si permette - e ci mancherebbe - di etichettare costoro come 'sorci' o come 'untori'.
Ma, se così stanno le cose, e le cose stanno così, allora si elimini immediatamente (non il 15 giugno, ma subito) la norma che impedisce ai lavoratori senza super green pass di lavorare. Così come la norma che discrimina ragazzini di 12 anni ai quali è vietato finanche salire su un bus. Oggi in Italia, ricordiamo, è impedito l'accesso ai luoghi di lavoro anche a coloro che non hanno fatto la dose booster. I non vaccinati del nostro Paese sono stati accusati delle peggior cose, 'di far morire' addirittura, per citare il premier Draghi. E parallelamente accogliamo profugli Ucraini che nel 98,3% dei casi non ha la terza dose.
I livelli di tensione sociale sono altissimi e simili inquità se fino a oggi erano ingiuste e orribili, oggi possono provocare una rabbia sociale ingestibile. Il diritto al lavoro non si tocca, è scritto nell'articolo 1 della Costituzione, così come non si tocca il dovere di uno stato di accogliere coloro che scappano da una Guerra.
E' tempo di tornare umani, se vogliamo tentare di dare testimonianza di umanità che possa cancellare lo spettro di un potenziale conflitto mondiale.
Giuseppe Leonelli

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