Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Non si placa la polemica innescata dalle parole di Sergio Mattarella su Vladimir Putin. Con ripercussioni anche fuori dalla politica. Dopo le vibranti e ripetute proteste russe, questa mattina c’è stata infatti una serie di attacchi informatici all'Italia. Colpiti istituti bancari come Banca Monte dei Paschi e Intesa Sanpaolo. E il settore dei trasporti, con gli aeroporti di Linate e Malpensa, oltre a diverse compagnie locali e altri soggetti di interesse pubblico.
Ma cosa avrebbe detto il Capo dello Stato, nel discorso pronunciato in occasione della consegna del titolo di dottore honoris causa all'università di Aix-Marseille, davanti a una platea di giovani menti francesi da formare? Mattarella, in riferimento all’Europa fra le due guerre mondiali - in piena crisi economica e sociale - ha detto che “fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura”.
Leggendo questa parte del discorso non sembrano esserci ambiguità. Poi poco può contare la retorica del “contesto più ampio” e del “messaggio travisato”. Il paragone fra Putin e Hitler – dimenticando stranamente Mussolini – è sotto gli occhi di tutti. E in questo preciso momento storico non può essere qualcosa di casuale.
Perché – senza voler affatto entrare nei motivi di una guerra e della sua prosecuzione, sviscerati più volte e con estrema chiarezza e libertà di pensiero su queste colonne - è evidente che oggi il vento soffia tantissimo per la conclusione del conflitto. Andando forse nella direzione opposta rispetto ai desiderata dell’Europa. Un’Europa che per questo sta per essere tagliata fuori dal tavolo delle trattative, fra Putin e Trump, con la Cina in sottofondo. E ciò sta facendo perdere lucidità ai troppi leader delle troppe nazioni europee. Fino a ieri imbrigliati nell’impossibilità apparente di intavolare discorsi di pace, forse più per assecondare Biden che altro. E oggi costretti a inseguire Trump per farsi riaccreditare all’ultimo. O a cercare di boicottarlo.
E se forse la sola Giorgia Meloni avrebbe avuto qualche occasione di partecipare, almeno marginalmente, ai colloqui di pace, tenendo una posizione se non proprio alternativa a Francia e Germania quantomeno terza e dubitativa, ci ha pensato il Capo dello Stato a bloccare sul nascere ogni possibilità in tal senso. Paradossalmente ottenendo l’effetto opposto: aiutando Putin e Trump a togliersi dall’imbarazzo. Potendo così escludere l’Italia su basi oggettive.
E visto che a certi livelli i paradossi sono voluti e non subiti, la volontà sarà stata questa.
Eli Gold
Nella foto (Quirinale) il presidente Sergio Mattarella con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Vladimirovič Putin nel 2017
Eli Gold
Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett.. Continua >>