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Alla domanda, sorta già dopo la fine del rave abusivo dello scorso anno, se ci fosse la possibilità di fare convivere, trovandone un punto di incontro, la logica fuori dalle regole (quella sintetizzata nell'acronimo TAZ che identifica un evento estemporaneo, che esiste nel momento in cui improvvisamente si crea in un luogo fuori dai luoghi, fuori dal tempo e, appunto, dalle regole), e il rispetto delle regole stesse alla base del vivere civile, difficilmente avremmo potuto trovare una risposta teorica e tantomeno pratica. Quest'ultima però sembra essere arrivata oggi, nel lento e rumoroso svolgersi dello Street Rave Party, diventato nelle sue forme, e nel suo essere inserito in una cornice organizzata e istituzionalizzata, più party che rave.
Un evento, illegale nella definizione letterale e nello spirito che, accettando di inserirsi nell'edizione del 28 ottobre, in quadro regole imposte dalle istituzioni, si è fatto altro.
In un luogo, altro. Dove gli opposti sembrano essersi incontrati. Al punto da rendere legittimato quello che nornalmente non lo è.
Dal passaggio di droga tra centinaia di mani, dal rullarsi decine di canne seduti o sdraiati sui muretti dei viali in un affollato sabato pomeriggio, davanti a decine di agenti bevendo fiumi di birra in bottiglie di vetro o spillata e somministrata liberamente e senza controllo anche da camion diesl euro 2 accesi per 6 ore in pieno centro e in movimento. Il tutto racchiuso per questo in una cornice sempre più sottile, quasi a rendersi invisibile, di legalità. Su un piano dove gli opposti si sono incontrati, dopo aver fatto un giro lungo come quello di 6 chilometri di viali percorsi dal corteo. Polizia e Anarchia.
Un luogo dove la strutturata organizzazione che dal piano nazionale ed internazionale ha avuto centro oggi, nel suo nucleo modenese nei volti e personaggi noti della galassia anarchica, ha incontrato la legge, le regole, quelle regole contro le quali ha preso senso il rave stesso di oggi. Con anarchici storici ad indossare pettorine arancioni o fluerescenti identificati come addetti alla sicurezza o operatori ecologici, capaci di pulire le strade attraversate meglio di Hera, lasciandole libere da rifiuti più di quanto lo erano prima del corteo.
Eppure oggi, in quel corteo, c'erano tanti, ma proprio tanti di coloro che avevano partecipato e condiviso le modalità senza spazio, senza tempo, senza regole, dell'evento di un anno fa, a Modena. Da mezza Italia. Un evento, quello di un anno fa, nel capannone a Modena Nord, a seguito del quale è generato il decreto Anti Rave, e a seguito del quale è generata la reazione contraria che ha portato, almeno ufficialmente e dichiaratamente, all'evento di oggi. Un cerchio che si chiude. Dove per contestare il decreto di un governo si scelgono le forme e le regole dettate da quello stesso governo e da quelle istituzioni che a voce si contestano. Dove gli opposti (oramai solo teorici), della legge, delle regole, e dell'anarchia, si incontrano e vanno a braccetto. Dove, come emerge l'immagine di un ragazzo steso a terra il cui corpo invade un marcipiede dove famiglie con bambini e disabili in carrozzina faticano a passare, è difficile distinguere se è la legalità che si è fatta rave o il rave che si è fatto legge.
Certo è che dall'incontro regolato ed istituzionalizzato di un mondo teoricamente, anche se temporanemente, fuori dalle regole, e le istituzioni che quelle regole le sanciscono e le applicano, è nato qualcosa di diverso, forse di nuovo. Un ibrido, che non si sa se meglio o peggio. Sicuramente un qualcosa che costituisce un precedente. Un precedente che soddisfa tutti, oggi, quantomeno nell'esito finale, perché senza scontri e conseguenze in termini di decoro (anche se su questo punto ci serebbe da discutere), e ordine pubblico, ma sposta il confine definito da legge e regolamenti. Creandone, appunto, un precedente. Così come sposta, anzi traccia, confini per chi i confini non li ha mai voluti avere e che dopo oggi farà più fatica a contestare. Oggi quel confine si è spostato, per entrambi gli attori sulla scena, ed è difficile prevedere quanto l'equibrio che ne è nato potrà durare. A meno che di non dichiarare finita la stagione dei Rave. Quelli veri.
Gi.Ga.