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Regionali, Renzi come Grillo e Calenda: i voti li respingono

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Se Grillo ha azzerato un partito intero, la vittima di Calenda in provincia di Modena è stato Simone Morelli. E la vittima di Renzi è stato Taurasi


Regionali, Renzi come Grillo e Calenda: i voti li respingono
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Matteo Renzi ormai è come Grillo e Calenda: quando arrivano loro, i voti vanno da un’altra parte. Se Grillo ha azzerato un partito intero, la vittima di Calenda in provincia di Modena è stato Simone Morelli. E la vittima di Renzi è stato l’altro carpigiano Giovanni Taurasi.

Candidato nella civica del Presidente Michele De Pascale, Taurasi ha ottenuto un ottimo risultato personale, riuscendo a assestarsi sulle 1150 preferenze. Ma pessimo se valutato su base relativa: terzo, superato abbondantemente dal suo principale competitor Vincenzo Paldino, mediaticamente molto potente, e anche da Marco Franchini. Ma al di là dei numeri, che non sempre premiano il valore, la cultura e la preparazione politica del candidato, il ragionamento che va fatto su Taurasi è molto più profondo. Perché è interessante come nell'ultimo anno si sia trovato a perdere un po’ di tutto, ma sempre rendendosi utile al PD.

E quando si diventa utili al PD vuol dire che si è parte inconsapevole di una strategia ordita dal PD. E qual è questa strategia?

Taurasi era già stato, nell'estate 2023, indicato dagli addetti ai lavori come candidato a sindaco nel Comune di Carpi. Solo che gli stessi addetti ai lavori, già da cinque anni, avevano individuato e allevato l’architetto Riccardo Righi: un interessante giovane “non del PD” dalle ampie sponsorizzazioni. Allora perché coinvolgere Taurasi, se tutto era deciso, invece di fare come a Modena con Massimo Mezzetti? Per lanciare al meglio la candidatura di Righi.

È chiaro che se i dirigenti PD si fossero presentati all'elettorato - ma ancora prima che all'elettorato ai propri militanti – con il potenziale candidato Righi, la risposta sarebbe stata “Righi chi?” Righi aveva bisogno di una legittimazione politica interna e di una visibilità esterna, per farlo apprezzare agli iscritti e conoscere alla città.

E quale migliore legittimazione se non quella di vincere le primarie battendo il candidato ufficiale del PD? Taurasi è caduto nella trappola perché hanno fatto leva sulle sue debolezze. Lui, stavolta simpaticamente parlando, come ogni uomo o donna sulla Terra un seme dei sette peccati capitali lo incarna, ma sicuramente in lui prevale la superbia. E i dirigenti carpigiani hanno sfruttato la sua tracotante convinzione di stravincere per legittimare Righi.
Ma qualcuno del PD ha anche guardato due mosse avanti e s’è detto: non possiamo anche metterlo in competizione con Stefania Gasparini, per danneggiarla nella sua carriera? La vicesindaco in quota Elly Schlein, che al di là dei sorrisi di facciata negli ultimi anni non ha avuto un rapporto idilliaco con la dirigenza locale del partito. E che - paradossalmente ma correttamente - fra i big locali è stata forse l’unica a cercare di aiutare Taurasi alle primarie.

Per ottenere questo secondo scopo sarebbero state forzate le primarie, con gli attacchi scomposti della segreteria al proprio candidato e il voto dei pakistani e di larga parte dei militanti dirottato sul candidato esterno Righi. Il resto è storia: Taurasi l’ha presa molto male, è uscito dal partito, andato nella civica con la tracotante convinzione di stravincere e “rubato” 1150 preferenze potenziali alla Gasparini, che è così arrivata penultima invece che quarta.
“L’inganno del secolo”: come il titolo del nuovo libro di Taurasi. Che però è a sua volta un fine e astuto politico: tutto ciò l’avrà valutato con largo anticipo. E siamo certi che da qualche parte, per lui, ci sia in caldo il posto che gli farà dimenticare tutti i torti subiti. Pronto fin da quell’estate del 2023.

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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..   Continua >>


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