Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
In fondo è tutta una questione di parole, di racconto e di capacità di narrazione. L'esempio del cambio di rotta della giunta di Modena sulla gestione dell'immondizia ne è l'esempio lampante.
I fatti sono questi: la raccolta porta a porta introdotta a Modena mesi fa è stata un fallimento totale. Da subito. I cittadini si sono ritrovati da un giorno all'altro con sacchi di rifiuti in strada, con cassonetti eliminati e mai rimpiazzati e con ratti e uccelli a banchettare in quella che doveva essere la 'raccolta differenziata'.
Hera parallelamente ha continuato a bruciare la stessa (anzi un po' di più) quantità di rifiuti nell'inceneritore di via Cavazza e le bollette della Tari non sono scese di una virgola. I cittadini, tutti, di destra, di sinistra, anarchici e pure quelli, incredibile a dirsi, innamorati della praticità di Calenda, si sono imbufaliti.
Segnalazioni a non finire ai giornali, ai partiti politici, al Rifiutologo di Hera e anche al postino. A Modena non si parlava d'altro. Addirittura si mormora che anche a una riunione dei Lions prima del suono della campanella e dell'Inno di Mameli si sia proposto un service per ripulire strade e coscienze.
A fronte di questa debacle totale il Pd e la giunta che ne è espressione rappresentata dal tandem Muzzarelli-Filippi, ha provato a tenere il punto. Ha dato la colpa agli 'incivili', ha posizionato telecamere ovunque e ha minacciato multe anche a chi fosse stato sorpreso a gettare un piatto di simil plastica nel bidone della carta senza prima aver fatto analizzare il tutto da un ingegnere dei materiali. Pugno duro e fermezza. Per mesi questa è stata la strategia del Comune di Modena, di Hera e di tutta la maggioranza tutta.
Poi, come folgorato sulla via di Damasco, il Pd ha compreso che tra pochi mesi a Modena si vota. Anche Bologna ha fatto marcia indietro e ha riposizionato i vecchi cassonetti. Il dubbio è iniziato a insinuarsi in modo sottile tra le camicie con le maniche perennemente rimboccate (l'apparenza è tutto) dei dirigenti Pd: non è che sui rifiuti si rischia di perdere tutto? Non è che per 'sta mania di differenziare ogni cosa si perde tutto il pacchetto di potere che da 80 anni gravita su Modena?
E allora che fare? Come fare una marcia indietro senza ammettere di fare marcia indietro? L'illuminazione pare sia giunta una notte a un dirigente Pd di provincia. Dilaniato da incubi notturni si narra gli sia apparsa una visione inaspettata. Solo due parole: 'Fase due'. Ecco la soluzione. La mattina, con l'animosità dell'Innominato pronto a convertirsi davanti al Cardinale, questo dirigente ha chiamato il sindaco, i vertici di Hera e anche quel famoso postino col quale tutti si lamentavano. Nessun passo indietro, nessuna abiura del passato, nessun pentimento: solo Fase due. Fase due significa riposizionare i cassonetti (ovviamente senza chiamarli cassonetti, ma bensì 'sistemi di arredo urbano modulare per contenitori di rifiuti non domestici da utilizzare in contesti ad alta densità di attività'), mettere dei punti di raccolta in centro ('postazioni di arredo urbano per i contenitori delle utenze non domestiche'), più isole ecologiche e maggiore frequenza nei ritiri dei rifiuti. Insomma quello che chiedevano i cittadini, ma senza dire mai 'abbiamo sbagliato'. Come Fonzie.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>