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'O l'umanità cambierà rotta sostituendo la predazione con la custodia del creato o si annienterà. Questa prima dimensione, ambientale è ben presente nella grande opera di riconversione appena iniziata che bonifica un'area deturpata e lo fa rispettando i criteri della sostenibilità'. Richiamano l'importanza e la dimensione etica e spirituale espressa nel Cantico delle creature. le parole con cui l'Arcivescovo Abate di Modena e Nonantola e vicepresidente della CEI, Monsignor Erio Castellucci, ha pronunciato, in apertura della presentazione del fondo di investimento Modena Life, in riferimento all'Opera di bonifica dell'area deturpata dell'ex direzionale Manfredini, meglio conosciuto come Alcatraz.
L'unico atto fattuale, quello della bonifica e della messa in sicurezza, realizzato dalla nuova proprietà sull'impegnativo complesso da 40.000 metri quadri dell'ex direzionale Manfredini.
Atto che, pur nella particolarità delle dimensioni sicuramente importanti anche sotto il profilo della spesa, risulta dovuto, dopo i gravi problemi di sicurezza pubblica e di degrado che l'edificio e l'area di pertinenza presentava. Una azione comunque lontana anni luce negli atti, nei fatti e negli indirizzi, da un qualsivoglia tipo di progetto di riqualificazione dell'edificio; progetto che l'ex sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli annunciava come tale (di riqualificazione), già nell'autunno scorso. Smentito dai fatti: il tentativo di fare passare lavori di pulizia e messa in sicurezza come via a lavori di riqualificazione è già naufragato di fronte alle parole dell'assessore all'urbanistica Carla Ferrari a La Pressa, e in queste ore dalla stessa nota da parte di Modena Life che non solo ha confermato che non c'è alcun progetto di riqualificazione, nemmeno in fase preliminare, ma non c'è nemmeno nulla di concreto rispetto a ciò che il comparto sarà o dovrebbe essere.
Su questo punto, leggiamo di nuovo testualmente dall'intervento di Modena Life: 'Prima della fine dei necessari passaggi amministrativi e commerciali, cioè auspicabilmente prima del 30 settembre 2025, le destinazioni d'uso e la progettazione sia di massima sia esecutiva non potranno essere definite'. Ovvero ad oggi non abbiamo nemmeno un'idea di quale potrà essere la destinazione d'uso e funzionale del comparto. Senza nulla togliere ad impegni, buone intenzioni, cornici etiche, finanza sociale ed enunciati ideali, fatto che sta che si è ad un livello delle procedure prossimo allo zero, ancora inferiore rispetto a quanto già era stato fatto nel 2014, quando la precedente proprietà aveva presentato in comune la richiesta di cambio di destinazione d'uso.
Di fronte ad uno scenario simile la risposta di Modena Life si è concentrata sull'impatto importante dei lavori di pulizia e di messa in sicurezza dell'area, nel momento in cui era diventata terra di nessuno, fonte di degrado per una intera zona e occupata da abusivi e delinquenti. Nulla da dire, anzi operazione condivisibile, posto che la si ponga come tale, e si vada oltre. Parlando di quel progetto di riqualificazione da un anno annunciato anche con speciali giornalistici dedicati, che ancora non c'è, nemmeno negli indirizzi di base.
Ed è per questo che bollare come 'fughe in avanti' (come nella nota ha fatto Modena Life), le richieste e le aspettative di coloro che come noi si aspettavano un progetto quantomeno abbozzato nelle funzioni, di fronte ad un ex sindaco che annunciava la partenza dei lavori di riqualificazione e ad un vescovo che parlava pubblicamente in Accademia di un'operazione già avviata sulla quale 'è iniziato un gioco di squadra' che ha coinvolto aziende convinte dalla 'bontà dello scopo di restituire alla gente un luogo di promozione sociale', ci sembra a questo punto un po' azzardato. Anzi, delle due, le fughe in avanti ci sembrano non certo le nostre ma proprio quelle che abbiamo ricordato.
Perché ad oggi, lo ripetiamo riprendendo proprio la nota inviata dal fondo Modena Life, sappiamo che prima del 30 settembre non potranno essere definite nemmeno le destinazioni d'uso. Ed è per questo che le domande anziché ricevere risposte generano nuovi interrogativi. Che riguardano il dopo anno zero, che vanno oltre alla pulizia alla messa in sicurezza e che fotniscono i presupposti anche solo teorici e tradotti in atti, che fondino quel cronoprogramma presentato e che abbiamo pubblicato. Quante sono, chi sono, e perché non si sono presentate sul palco in Accademia, quelle imprese che il Vescovo nel suo intervento ha lodato per avere 'coraggiosamente messe mano al progetto? Quali sono gli elementi che, sempre stando alle parole del vescovo, definiscono e fondano oggi 'la bontà dello scopo del progetto', ovvero quello di 'restituire alla gente un luogo di promozione sociale e di sposare la dimensione ecologica a quella economica?
Noi continueremo a chiederlo, insieme alle tante domande che continuano a non avere risposta. Le pagine de La Pressa, per questo, sono sempre aperte.
Gianni Galeotti
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>