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C'è il miracolato della Lega, Golinelli e la miracolata di Forza Italia Fiorini. Ci sono gli sconosciuti pentastellati (Mantovani, Ascari, Lanzi) e l'ormai veterano Ferraresi. C'è il fedelissimo di Renzi, l'arrembante Richetti e c'è la fedelissima di Orfini, l'ex giovanissima Pini. E poi c'è il forzista ex An Aimi, che si sta ancora mangiando le mani per aver lasciato la sua poltrona in Regione allo storico avversario Galli, e c'è il boyscout Patriarca eletto per 40 voti di scarto o giù di lì dallo sfortunatissimo leghista Corti. E poi ci sono i paracadutati Pd Lorenzin, Fedeli e Fassino, quelli di Forza Italia (Sgarbi) e quella di Fratelli d'Italia con un passato Pd Lucaselli.
Una pattuglia nutritissima di parlamentari modenesi che - per un motivo o per un altro - avevano staccato il biglietto giusto per Roma. Superando, ancor prima che gli avversari esterni, i competitor all'interno dei rispettivi partiti.
E adesso? Con la crisi di Governo voluta da Mattarella, con il voto quasi certo in autunno, cosa succede? Succede che quel biglietto che doveva valere un giro in giostra di 5 anni, vale un giretto di appena sei mesi. Nemmeno il tempo di abituarsi allo stipendietto mensile da poco meno di 15mila euro (14.634 euro di media per i senatori contro i 13.971 euro per i deputati).
Un bel problema. Un dramma umano si potrebbe quasi dire. Che la casa a Roma la si era già comprata. E farci l'abitudine era un attimo. Accidenti a Mattarella, a Di Maio, a Salvini e a quel vecchiaccio di Savona.
E adesso che si fa? Si fa che ai parlamentari uscenti tocca pregare in un miracolo di Cottarelli o - altrimenti - mettersi al lavoro per tornare a tessere la tela che li aveva portati ad ottenere un posto in lista.
Si ricomincia con il circo delle parlamentarie online farlocche dei 5 Stelle (almeno così hanno denunciato tanti candidati esclusi), con le sgomitate in Forza Italia e con la farsa delle consultazioni nei circoli Pd. Si ricomincia. E ritornano in pista gli esclusi, quelli che ci avevano sperato (gente come la Mazzacurati o Samorì in Forza Italia, gente come la Maletti o Bortolamasi nel Pd che ora vorranno scalzare i paracadutati) e quelli messi in lista e trombati (Vaccari su tutti). Tornano in pista quelli del 'passo indietro' dopo 20 anni (Giovanardi) e quelli che (come Barcaiuolo) per la fedeltà al partito avevano lasciato posto a una candidata della Puglia, pergiunta ex Pd.
Naturalmente con l'incognita di una legge elettorale (sempre la stessa) che nonostante il posto in lista non garantisce quasi nessuno.
Insomma, la giostra si è inceppata e il biglietto è scaduto. Tra pochi mesi la musica ricomincia e si riparte da zero.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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