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I fatti.
Primo elemento: la sanità modenese è al collasso, mancano i medici, al Pronto soccorso bisogna ricorrere alle cooperative private per 1641 euro a turno e carenze simili vengono rilevate per il servizio 118.
Secondo elemento: un consigliere di opposizione, il forzista Antonio Platis, invece di sperticarsi nella solita invettiva decide di fare qualcosa di più concreto: un esposto alla Corte dei Conti per analizzare se vi sia stata una malagestione nell'uso delle risorse pubbliche da parte dell'Ausl provinciale.
Terzo elemento: un consigliere di maggioranza, la storica consigliere regionale Pd Palma Costi, sceglie di ridicolizzare Platis per il suo insuccesso alle elezioni europee e lo accusa di limitarsi ad indicare problemi pensando a 'fare degli esposti' invece di pensare a soluzioni concrete.
Ora, che tipo di 'soluzione concreta' possa immaginare un consigliere di opposizione davanti alla gestione della sanità del monolite Pd emiliano è difficile afferrarlo. Con tutto il male che si può volere alla minoranza locale, accusarla di non trovare soluzioni a problemi che non ha creato - essendo appunto sempre stata minoranza - è davvero un esercizio complicato. Ma quello che stupisce, nemmeno più di tanto ma di qualche cosa bisognerà pur far finta di stupirsi, è l'atteggiamento del consigliere Pd: il solito vizio di sentirsi autoinvestiti da una carica moralizzatrice in virtù di chissà quale superiorità ontologica. In barba a ogni fragilità, compromesso, debolezza. Scaricando le colpe altrove, chiudendo gli occhi davanti alla crisi di un modello di sanità divenuto solo un cartonato bidimensionale. Tanto patinato, quanto privo di spessore. Un modello che ancora viene spacciato come luccicante, ma che è profondo come una pozzanghera.
Come se a chiudere il punto nascita di Mirandola, proprio la Mirandola di Palma Costi, fosse stato un beffardo volere divino, come se la Regione di Bonaccini (che promise di riaprire il punto nascita di Pavullo) non c’entrasse nulla.
E' la forza dell'arroganza, perchè lascia davvero basiti l'arroganza di un esponente del Sistema di potere emiliano che si spinge ad elevarsi a censore della stessa opposizione. Con che diritto Palma Costi si senta investita del potere di dire a un consigliere di opposizione cosa deve fare e cosa no è davvero un mistero. Del resto l'accusa che ella muove a Platis ha del grottesco: non è forse un dovere della minoranza indicare i problemi? Non è proprio questo quello che dovrebbe fare? Chiedere alla Corte dei Conti di verificare non è forse meritorio, poi deciderà la Corte stessa. No. Per Palma Costi non è così. La minoranza emiliana deve compenetrarsi al Sistema, non deve puntare il dito, ma deve lavorare fianco a fianco al potere (che le lascerà magnanimamente briciole e scarti) per trovare soluzioni. In silenzio. Senza disturbare nessuno. Altro che esposti ed esposti. In Emilia tutto va bene. E chi dice il contrario è da liquidare con una paternalista e caritatevole mano sulla spalla, o sfottere come 'paladino' del nulla.
Ne prendiamo atto. E in fondo va bene così e chissà che le ali bianche di Falkor non siano l'antidoto migliore al Nulla, quello vero, che il Sistema di potere spaccia da decenni come tutto.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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