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Un cantiere fermo da mesi. Soldi, tanti, che non si sa dove siano andati a finire. Almeno venti famiglie in preda alla disperazione, che stanno correndo il serio rischio di perdere tutti i propri risparmi. E di vedere definitivamente infranto il proprio sogno di avere una casa di proprietà. Un quadro, questo, condito da episodi preoccupanti, potenzialmente associabili alla malavita organizzata. E la politica cittadina che fa? Eccezion fatta per la Lega, tace e sta a guardare. Un silenzio, come abbiamo già scritto, particolarmente imbarazzante nel caso dei giustizieri pentastellati in salsa modenese. Continuiamo dunque a chiederci, anche oggi, come si possa conciliare la battaglia epocale per il veto legalitario su un'alleanza con il condannato Silvio Berlusconi, con l'arrendevolezza e l'atteggiamento rinunciatario sul cantiere fantasma di via Divisione Acqui.
Possibile che i grillini modenesi non abbiano nemmeno curiosità di sapere che cosa abbia spinto l'assessora Vandelli a formalizzare una denuncia in Procura?
Possibile che i discepoli di Beppe Grillo non abbiano presentato nemmeno una semplice interrogazione in Consiglio Comunale? Possibile che su una questione così grave, che investe il tema più caro ai cinquestelle, quello della legalità, nessun esponente pentastellato abbia preso almeno una posizione pubblica?
Quesiti banali, in parte già posti qui su La Pressa. E che hanno fatto tanto arrabbiare i grillini modenesi. Al punto che ieri, Michele Dell'Orco, deputato non confermato alle elezioni del 4 marzo, evidentemente in preda a rabbia incontrollata ha accusato la Pressa di aver virato a destra.
“Gli ultimi 2 articoli di questo giornale sul M5S riguardano il 'crollo in Friuli' e il 'silenzio sul cantiere'.
Mi pare che a ridosso del 4 marzo ci sia stato un chiaro riposizionamento verso destra de La Pressa. Basta guardare gli ultimi due mesi di articoli... Poi che dire... ognuno può fare quello che vuole – scrive Dell'Orco -, ci mancherebbe”.
Esatto, Dell'Orco, per fortuna, in questo Paese e tendenzialmente anche a Modena, vige la regola aurea della libertà di espressione. Per giunta garantita costituzionalmente, come dovrebbe ben sapere un ex deputato della Repubblica. Dobbiamo dedurre che l'informazione non asservita, su cui peraltro il M5S ha fatto importanti battaglie comunicative, sta stretta a Dell'Orco? A quest'ultimo piacerebbe forse, soprattutto in un momento di grande sbandamento – peraltro a sinistra - e di evidente crisi di consenso del Movimento5Stelle, che si glissasse? Che si facesse finta di nulla? In definitiva, che l'informazione non facesse il proprio mestiere?
Possono bastare due articoli che fotografano solo ed esclusivamente la realtà dei fatti a far emergere l'allergia di Dell'Orco e dei grillini locali verso un'informazione libera, come quella messa in piedi tra mille difficoltà ed ostracismi dai fondatori de La Pressa?
E se mettessimo in fila le assenze del gruppo consiliare in quattro anni di attività sui principali nodi cittadini, cosa mai potrebbe succedere? Se cominciassimo a dire che non c'è traccia, nella memoria dei modenesi, prima ancora che negli atti ufficiali, di un posizionamento chiaro su sicurezza, infrastrutture, centro storico, economia, verde pubblico, turismo, sviluppo urbano, aree degradate e che l'unica cosa che torna alla mente è lo scimmiottamento dei grillini delle posizioni di Italia Nostra sul Sant'Agostino, cosa mai accadrebbe? La Pressa, già mal tollerata, diventerebbe uno dei nemici del Movimento?
Eli Gold