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'Si è scambiata la scienza con la religione. Ancor oggi nessuno riesce a spiegarmi la evidenza scientifica che ha impedito a ragazzi di 12 anni non vaccinati di fare sport, con un vaccino sul quale la comunità scientifica internazionale non era tutta d'accordo'.
Si è scambiata la scienza con la religione.
Si è scambiata la scienza con la religione.
Si è scambiata la scienza con la religione.
Queste parole pronunciate oggi dal presidente del Consiglio italiano sulle orribili scelte fatte dal Governo Draghi sul tema Green Pass rappresentano la svolta che tanti cittadini discriminati, tante famiglie marginalizzate e colpevolizzate per aver scelto per i propri figli in modo non omolagato, attendevano.
Aver impedito ai ragazzi di 12 anni di fare sport, di salire sui bus, di entrare in un bar è stata la punta dell'iceberg dell'orrore che si è materializzato in Italia attraverso la tessera verde e oggi, il nuovo presidente del Consiglio lo ha detto chiaramente.
Non lo ha detto qualche 'sorcio' no vax, qualche 'evasore fiscale' che ha deciso di non vaccinarsi. Lo ha detto il presidente del Consiglio. E queste parole, in fondo, valgono come una richiesta di scuse da parte delle istituzioni. Scuse che forse non arriveranno mai da chi usò parole di odio imperdonabili, ma pazienza. Il Governo italiano ora ha tolto il velo e ha smascherato il bluff.
E allora il 'serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo', pronuncato da Giuliano Cazzola, il 'mandategli i carabinieri a casa' di Luca Telese, il 'i rider devono sputare nel loro cibo' di David Parenzo, il 'i cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori' di Sebastiano Messina, quasi non fanno più male. Abbiamo vissuto per mesi un sonno ingiustificabile della ragione e anche costoro, pur in modo diverso, ne sono state vittime.
Ora forse si può tornare a respirare. Finalmente.
Dimenticare è impossibile, ma guardare avanti si può. Per farlo però occorre reintegrare immediamente i medici sospesi. Il Governo del premier capace di sfidare un sistema così potente lo faccia. Come primo atto. E poi, davvero, si potrà mettere la parola fine su una delle pagine più brutte della democrazia italiana.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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