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I piani, anche istituzionali, sono diversi, così come i problemi che hanno portato in una settimana, quella prima all'inizio dell'anno scolastico, a porre sotto sequestro due scuole di un unico comune, Serramazzoni, lasciando centinaia di famiglie, e di fatto un intero paese, in una situazione paragonabile solo a quella di una emergenza da terremoto. Una emergenza che questa mattina centinaia di famiglie di studenti sia primarie sia superiori di Serramazzoni hanno sottolineato in un presidio, davanti al Municipio, e con un corteo che ha attraversato il paese sostando davanti sia ai container sequestrati che ospitavano le scuole medie, sia alla struttura della materna, sia davanti alla scuola elementare che su turni mattutini, estesi per gli 'sfollati' delle medie e delle primarie anche nel pomeriggio, ospiterà tutti, o quasi. Per una soluzione contestata dai genitori. ma l'unica possibile per garantire l'accesso a scuola nel primo giorno.
Una soluzione di assoluta emergenza che come tale, pur con tutta la pazienza del caso, non potrà durare a lungo, e soprattutto non potrà essere risolta solo con l'impegno dell'Amministrazione Bartolacelli, insediata da tre mesi e già alle prese con una emergenza portata a livelli da calamità dalla tempistica con cui a 6 giorni dall'inizio delle scuole sono arrivati i sigilli alle sedi di due strutture, lasciando letteralmente 'per strada' 160 studenti delle scuole medie e alcune decine delle materne. In attesa che la magistratura faccia luce sulle responsabilità passate e presenti (legati al sequestro dei container che ospitavano le scuole media e posizionati in una zona a rischio idrogeologico, ci sono tre indagati), ora c'è da gestire, nell'immediato una emergenza scuola che a Serramazzoni non ha precedenti.
Ed è per questo, più che per scagliarsi contro l'amministrazione di turno che una folla pacifica e composta, ma ferma nella volontà di non lasciare il proprio paese perchè mancano le scuole, ha sfilato e manifestato per le vie della città. Per richiamare le autorità, provinciali, regionali e statali ad un'azione straordinaria, a supporto del comune inteso come comunità, al di la della guida politica, per garantire il diritto allo studio, con soluzioni di emergenza, degne di quella calamità che oggettivamente, sul piano degli effetti diretti, c'è, e che ha colpito Serramazzoni in modo durissimo.
Autorità (Prefetto, Presidente della Provincia, Procuratore Capo della Repubblica, Presidente della Regione), che questa mattina, ironia della sorte, erano tutte schierate, al lato quasi opposto della provincia, per l'inaugurazione di una nuova grandissima scuola superiore che gli studenti di Serramazzoni, in termini di capienza, li potrebbe ospitare tre o quattro volte. Paragone azzardato, certo, soprattutto sul piano istituzionale, non trattandosi di una gara tra chi sta meglio e chi sta peggio, e di piani di intervento che per scattare con il carattere di urgenza, come richiesto dalle famiglie di Serra, necessitano di passaggi fermi e precisi, anche nei tempi, oltre che nei ruoli, ma la fotografia paradossale, oggi, nella provincia dei pari diritti e dove nessuno deve rimanere indietro, c'era e c'è tutta, se consideriamo la visione sul piano del diritto allo studio e, più in generale, dei diritti. Visto che nella stessa provincia, nel primo giorno di scuola, si presentavano due fotografie completamente opposte, dove le autorità, compresa quella giudiziaria, si trovavano nel posto che forse in quel momento aveva più bisogno di loro, anche solo come presenza e segno di vicinanza, come atto formale e simbolico, così come quello che in quello stesso momento in cui i ragazzi di Serramazzoni erano seduti in strada, fuori dalla loro scuola, era regalato a Mirandola, dove i ragazzi erano in piedi, dentro la scuola appena inaugurata.
Gi.Ga.
Nella foto, l'immagine degli studenti fuori dalle scuole sequestrate a Serramazzoni e, sotto, l'immagine degli studenti dentro alla scuola nuova inaugurata alla presenza delle massime autorità della Provincia e della Regione