Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Del famoso 'la Coop sei Tu' ci siamo riempiti le orecchie per anni, così come del 'vivo nel reparto delle banane' e dei tanti altri slogan che i creativi della 'nostra' cooperativa hanno saputo creare per incrementare sempre di più l'idea di una struttura commerciale molto più attenta e sensibile di tutte le altre presenti sul mercato ai bisogni ed ai desideri di noi cittadini. Molti di noi, per favorire la sue esistenza e la sua vita, oltre ad associarsi ad essa, le hanno 'prestato' i propri risparmi, contribuendo così a ché potesse accedere all'utilizzo di denaro (da impiegare per migliorarsi) a costi convenienti e ne abbiamo ricevuto in cambio interessi soddisfacenti.
Non credo, ma parlo degli anni passati, che ci sia Modenese che non abbia fatto la spesa in uno dei suoi tanti negozi e ne abbia constatato la convenienza.
Così come non credo, però, che ci sia Modenese che non sia stato costretto a constatare che 'qualcosa' col trascorrere del tempo stava cambiando. Magari, più di una precisa e dettagliata conoscenza di 'quanto' era in atto, delle reali e concrete modifiche che la sua governance stava introducendo, a (credo) tutti noi giungeva un'impressione, più o meno consapevole, che via via la 'nostra' cooperativa si stava allontanando dal perseguire esclusivamente quelli che erano stati i suoi fini iniziali e le sue stesse motivazioni ideali.
Non sto qui a farla lunga, perché ho idea che ciò che sto scrivendo sia già 'un vissuto' di tutti noi, o almeno di tutti coloro che, nel pensare alla Coop, non hanno priorizzato solo il fatto che le banane, per un buon periodo di tempo, sono costate qualche liretta ed adesso centesimo meno di altrove.
A molti di noi, anche a quelli che non hanno un familiare fra i dipendenti della Coop, sono arrivati col tempo i segnali di disagio dei suoi lavoratori. E non credo che ciò sia stato dovuto solo a questioni di contrattazione dei salari. Poi un lento, ma progressivo allontanamento di molti di noi dal fruire dei suoi servizi di vendita ed anche in questo caso non credo che sia stato dovuto solo alla ricerca della convenienza dei prezzi dell'agguerrita concorrenza, molto (a mio avviso, troppo). crescente in Città. credo che si sia trattato, per molti, di un vero e proprio disamoramento nei confronti di un soggetto che si smetteva di sentire proprio.
Stamattina, la notizia della vendita delle Farmacie ex-comunali, senza esagerare, un altro buffetto, se non un vero e proprio pugno, nello stomaco. Ho trovato le parole più 'giuste' per commentarla in un commento di Enrico Monaco. 'Anni fa il Comune di Modena vendette le Farmacie Comunali alla Coop. Un modello virtuoso pensato in funzione di tutti (anche i più poveri) venne ceduto ad un privato con la promessa che nulla sarebbe cambiato. Ricordate le parole di Muzzarelli? Ora Alleanza 3.0 (ex Coop) a causa del perdurare del suo storico buco di bilancio vende le Farmacie Comunali per fare cassa. Tutto ciò non era prevedibile? Il risultato è che ora la nostra città ha definitivamente perso un pezzo di welfare che ha garantito negli anni un buon sistema di approvvigionamento per i farmaci. L'incapacità di Muzzarelli e il declino politico-culturale del Pd stanno tirando verso il fondo tutta la città. Per quanto mi riguarda credo che il Comune dovrebbe riacquistare le sue Farmacie per continuare a gestirle nel pubblico interesse'.
Giovanni Finali
PRESENTE E PASSATO - Nella foto il presidente di Alleanza 3.0 Adriano Turrini con il presidente della vecchia Coop Estense Mario Zucchelli