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E' ovvio, la presenza sui social non è tutto, ma l'album quotidiano delle fotografie pubblicate dall'ex sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli dà conto di un attivismo che oscura, se non surclassa, il suo successore, Massimo Mezzetti. Muzzarelli da consigliere regionale ha portato a Bologna se stesso in quanto modenese: ai tavoli di viale Aldo Moro che si affronti il tema dell'enogastronomia, piuttosto che della sanità o dell'ambiente, ogni occasione è buona per parlare di Modena, una ossessione che quasi indispettisce i colleghi chiamati, bontà loro, ad affrontare problemi che vanno da Rimini a Piacenza.
Ma a Muzzarelli non importa, al di là della sua provenienza fananese, i suoi dieci anni da sindaco, forse anche per i delicati e drammatici momenti personali vissuti in questa decade, lo hanno reso una cosa solo con la città.
E' per questo che oggi, al di là di come la si pensi, al di là del giudizio politico sul suo operato, al di là della stima o disistima personale, al di là della insofferenza per la sua protervia, nessun politico rappresenta la Ghirlandina quanto Muzzarelli. Non Stefano Bonaccini, stretto nel suo esilio europeo e mai veramente presente a Modena, e tantomeno Mezzetti. E' così, è semplicemente un dato di fatto.
Da politico navigato il neo consigliere regionale Pd lo sa e non fa nulla per nasconderlo. Negli ultimi due giorni ha partecipato a una serata Bper per l'hospice di Villa Montecuccoli, a una iniziativa all'Autodromo in memoria di don Sergio Mantovani e a una serata con gli Alpini in occasione di un ritrovo in Accademia militare. Ultime tappe di un tour infinito, di un viaggio senza sosta in una città che conosce come casa propria e che tratta come fosse casa propria. Sempre in prima fila, sempre al centro della scena. Del resto se c'è una inaugurazione Muzzarelli viene invitato da protagonista assoluto, sorride, stringe mani, conosce tutti per nome, non evita mai di ricordare che quello che sta avvenendo è in qualche modo il frutto del suo operato. 'Questo l'ho fatto io' - sembra sempre dire l'ex primo cittadino, mutuando la più nota delle imitazioni del presidente De Luca.
Davanti a un quadro così Muzzarelli-centrico si giustifica l'insofferenza di Massimo Mezzetti, chiamato a fare il sindaco di Modena per le liti interne al Pd e costretto, anche un po' controvoglia, a scendere nelle beghe provinciali di una città non sua. Perchè sul terreno della modenesità Mezzetti non può competere con Muzzarelli, nemmeno tentando di oscurarlo, come in occasione della inaugurazione del convitto del Modena calcio o cercando di spezzare dinamiche rodate assumendo personaggi non modenesi in ruoli chiave (assessorati, direttore generale, ufficio stampa, portavoce...). Mezzetti ha un profilo indubbiamente più alto, una visione culturale libera dai legacci della piccola Modena e del dialetto che ancora profuma di terra e di motori. Mezzetti, originario della Capitale e bolognese d'adozione, ha l'abilità della politica romana, sa tessere trame con Fratelli d'Italia, così tenera infatti nei suoi confronti e così astiosa verso Muzzarelli, e sa prendere le distanze dal Pd, ma se a Modena chiami il gnocco fritto 'lo gnocco' e se non avevi il tuo posto alla osteria del 'Gabian', allora ti manca comunque un pezzo. Perchè è vero che al Sistema Modena fatto di cooperative, imprese amiche ed enti di riferimento, non importa come si chiami il sindaco perchè sui tavoli economici che contano non cambia nulla, ma ai modenesi la cosa interessa. E in fin dei conti, per quanto l'opposizione sia colpevolmente debole, al voto bisogna pur andarci.
Ecco allora che la sfida per il neo sindaco è mettere le radici in una città non sua, accettando di collaborare col suo predecessore, perchè una sfida muro contro muro sarebbe impari, perchè l'ex sindaco sta vivendo questa discontinuità personale e non politica di Mezzetti come un affronto non tanto a se stesso, quanto al suo 'gioiello Modena'. E perchè, conoscendo Muzzarelli, tra quattro anni - se questo braccio di ferro dovesse continuare - non ci sarebbe da stupirsi se quella fascia tricolore tornasse sulle sue spalle.
Giuseppe Leonelli
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>