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Settore carni e coop spurie, dopo 4 anni la 'politica' è all'anno zero

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Due anni fa il tavolo carni provinciale si concluse con le stesse parole e gli stessi impegni, non realizzati, del tavolo di ieri. Dove le grandi aziende appaltatrici (che finanziano anche le campagne elettorali), ne escono indenni


Settore carni e coop spurie, dopo 4 anni la 'politica' è all'anno zero
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Nel 2014, il Consiglio provinciale, di fronte alla proliferazione di cooperative spurie nei settori della logistica, del facchinaggio, della lavorazione delle carni,  a rischio di subappalto e di contratti di lavoro irregolari, approvò un Ordine del giorno che chiedeva a Regione e Governo di 'rivedere la classificazione delle attività che danno diritto all'agevolazione contributiva, di prevedere maggiori sanzioni, fino alla sospensione delle attività lavorative, di contrastare il continuo cambiamento di nome delle cooperative; di coinvolgere le associazioni datoriali per la corretta applicazione del principio di responsabilità sociale'

Richieste ed impegni che rimasero sostanzialmente lettera morta. Al punto che, due anni dopo, nel febbraio 2016, venne organizzato il tavolo carni provinciale concluso dal Presidente della Provincia, Giancarlo Muzzarelli, con queste parole: 'Abbiamo constatato la disponibilità di tutte le parti interessate per arrivare a un accordo condiviso che risolva il problema del ricorso improprio alle cooperative esterne, migliorando le condizioni di lavoro salvaguardando la competitività delle imprese.

E che il segnale più importante emerso dal tavolo  è che finalmente c'è la consapevolezza da parte di tutti che così non si può andare avanti'  

Due anni fa, nei quali avanti, ma verso il basso, ci si è andati.  Con lo sfruttamento sempre più massivo di lavoratori, soprattutto stranieri, obbligati spesso con il ricatto del permesso di soggiorno, ad accettare tutto, senza condizioni, senza discussioni.

Passano praticamente altri due anni, scoppia il caso Castelfrigo e nel tavolo carni convocato in provincia, ieri, 5 gennaio 2018, il Presidente della Provincia Giancarlo Muzzarelli nuovamente ripete: ''Finalmente ora siamo tutti d'accordo che occorre superare il ricorso alle cooperative spurie. Anche le imprese hanno capito che così non si può andare avanti; le coop spurie o improprie che violano le regole e sfruttano i lavoratori vanno combattute perché la legalità e il valore del lavoro vengono prima di tutto, anche a tutela delle tante cooperative sane che fanno parte della storia sociale e civile del nostro territorio'. 

Ed è così che il male assoluto (che male comunque è), sembrano essere solo le cooperative spurie e non anche le grandi aziende che compongono quel sistema che ha fornito o forniscono loro il lavoro. Un sistema verso il quale, in virtù del timore di infangare il buon nome e l'eccellenza del comparto, (o semplicemennte per non disturbare chi  in quel sistema ha finanziato la campagna elettorale del Sindaco di Modena e conseguentemente Presidente della Provincia) non si parla più o non si parla mai. 

Quattro anni, dal 2014, durante i quali non è cambiato nulla, tantomeno le parole del Presidente della provincia. Anzi, se qualcosa è cambiato, è cambiato in peggio. Sia per la diffusione verticale ed orizzontale del fenomeno,  sia per l'assoluta incapacità, che non si sa quanto collegata alla mancanza di reale volontà politica, di contrastarlo

Perché pur senza fare il processo alle intenzioni, se quei lavoratori che  da settimane presidiano quel cancello e quel piazzale davanti alla Castelfrigo,  trascorrendoci anche Natale, Capodanno (e oggi anche la Befana), non ci fossero stati, l'attenzione su quel problema non risolto dopo 4 anni di annunci, sarebbe rimasto dove è stato messo e sempre lasciato: nel cassetto. In attesa di essere rispolverato magari al successivo tavolo. 

E se così non fosse oggi sapremmo forse il perché nessuna delle tante segnalazioni di irregolarità e sfruttamento documentate e presentate dal fronte sindacale nel corso degli anni all'ispettorato del lavoro (e conseguentemente alla Procura), non hanno mai avuto seguito, e si trovano ferme, a rischio prescrizione.

Perché  se quell'impegno contro le cooperative spurie, assunto a più riprese dal 2014 fosse stato onorato da quelle stesse parti sociali, imprenditoriali e sindacali che oggi abbiamo ritroviato, dopo 4 anni,  intorno allo stesso tavolo, il caso Castelfrigo forse non sarebbe scoppiato. Perché non ci sarebbe stato nessun caso. E invece c'è stato ed ha obbligato la locale politica di governo, infastidita più dal clamore nazionale della vicenda caduta in piena campagna elettorale più che dal merito stesso della protesta, ad occuparsene. Seriamente ed approfoditamente. Così come evidentemente non è mai stato fatto. 

Gi.Ga.

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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