articoliIl Punto
Stupro di Formigine, cara sindaca e caro avvocato basta ipocrisie
La Pressa
Non si alimenta l'odio guardando in faccia la realtà, ma si alimenta l'odio proprio volendo vincolare la realtà alle proprie caselle ideologiche

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Sono rimasta ferita sia dalle parole del sindaco di Formigine e sia da quelle dell'avvocato Guido Sola che abbiamo ospitato, come sempre nel rispetto di una visione plurale, su questo giornale del quale sono coeditrice. Io penso che la violenza sessuale subita da una donna di Formigine ad opera di un minore straniero non rappresenti un fatto isolato e che la nazionalità di chi ha commesso lo stupro non sia un elemento incidentale. Io penso che questo dobbiamo dirlo chiaramente, sgombrando il campo da ipocrisie e tesi autoassolutorie.
Eppure il sindaco Elisa Parenti, dopo aver espresso solidarietà e il dolore quasi rituale, ha tenuto a precisare come 'la responsabilità sia sempre individuale, mai collettiva', 'come la nostra comunità è e resterà unita nei valori della legalità, del rispetto e della convivenza civile' e che come amministratore 'continuerà a lavorare per rafforzare il presidio del territorio, la collaborazione con le forze dell’ordine e i progetti di prevenzione e sensibilizzazione, soprattutto verso i più giovani' perchè 'la sicurezza non è solo un tema di ordine pubblico, ma è anche il frutto di una comunità che si prende cura di se stessa'.
Io credo che davanti a un orrore come quello patito dalla vittima della violenza, davanti a una vita rovinata per sempre, queste parole siano totalmente inopportune. Basterebbe pensare come ci sentiremmo se quella donna violentata fosse nostra mamma, nostra sorella, nostra figlia. Se quell'orrore ci avesse toccato da vicino cosa penseremmo della bella predica del primo cittadino?
Un minore straniero ha potuto avvicinare una donna di 65 anni mentre faceva jogging e seviziarla in modi che solo a pensarlo si resta allibiti e senza parole, e il primo cittadino del Comune dove è avvenuto questo crimine abominevole si preoccupa di giustificare il proprio operato, di dire che continuerà sulla strada tracciata. Ci tiene a fare l’elenco delle azioni messe in campo e della collaborazione con polizia e carabinieri. Senza minimamente pensare che se è accaduta una cosa simile tutto quello che è stato fatto non è stato sufficiente.
Io - pur nel rispetto delle opinioni di ciascuno - credo sia tempo di dire che la responsabilità penale è certamente individuale, ma che crimini odiosi come questi sono frutto di una subcultura che manca totalmente di rispetto nei confronti delle donne e che il mondo occidentale e l'Italia aveva superato e archiviato. Credo sia tempo di dire che la nostra comunità non è affatto unita nei valori della legalità se non è in grado di proteggere una donna che corre in pieno giorno in una strada a due passi dal paese. Credo sia tempo di dirsi che i cosiddetti progetti di prevenzione e sensibilizzazione nei confronti dei giovani stranieri così come pensati oggi, sono spesso inutili e finiscono spesso per essere funzionali soprattutto alle cooperative che gestiscono gli immigrati. Credo che sia tempo di dirsi che la sicurezza non sarà solo un tema di ordine pubblico, ma che è prima di tutto un tema di ordine pubblico. Senza questa premessa tutte le discussioni, i dialoghi, i confronti sono aria fritta. Non si alimenta l'odio guardando in faccia la realtà, ma si alimenta l'odio proprio volendo vincolare la realtà alle proprie caselle ideologiche nelle quali ci si sente al sicuro, protetti dal partito e dalle proprie certezze borghesi. Lo ripeto, se chi è chiamato a governare il territorio non riesce a gestire il nodo della immigrazione, se non riesce nemmeno a prendere atto che crimini come quello subito dalla donna violentata a Formigine nascono nell'alveo di una immigrazione mal gestita, allora abbiamo un problema enorme. E il negarlo, il dirsi 'continuiamo così e tanta solidarietà alla vittima' è intollerabile. Almeno si tacesse, per un giorno. Si smettesse col rimpallo di responsabilità Governo di destra-Comune di sinistra, perché qui abbiamo perso tutti, a Roma come a Modena. Si piangesse la ferita mortale morale subita da una donna e si lasciasse polizia e carabinieri lavorare, nonostante i pochi mezzi e uomini a disposizione, in silenzio.
Cinzia Franchini
Cinzia Franchini
E' imprenditrice artigiana nel settore del trasporto di merci conto terzi ed è consulente per la sicurezza dei trasporti di merici pericolose su strada.
E' stata per sei anni presi.. Continua >>
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