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Innanzitutto occorre partire dalle parole. Il piano di riorganizzazione dell'emergenza-urgenza elaborato dall'Ausl di Modena approvato ieri rappresenta il più grande taglio effettuato a memoria d'uomo alla sanità del nostro territorio. Non solo si assiste, a livello regionale, alla nascita dei Cau al posto dei pronto soccorso: a Modena la riorganizzazione dei mezzi delle rete di emergenza urgenza perde di fatto due mezzi di soccorso avanzato, si registra il passaggio da auto con personale infermieristico, e quindi con personale strutturato, a mezzi di base con personale volontario e Mirandola subisce la scomparsa del servizio notturno dell'auto infermieristica. Questi sono i fatti, laconicamente confermati dalla frase dell'assessore Donini 'sappiamo che questa è l'unica via per non chiudere'. Altro che 'rimodulazione': la parola giusta è 'tagli'.
Per non parlare della promessa di Bonaccini di riaprire il punto nascita di Pavullo (per la cronaca anche il sindaco anti-Pd Venturelli ha votato a favore) che si è tradotta nella chiusura del punto nascita di Mirandola. Tutta roba finita in cavalleria come nulla fosse.
Eppure le parole sono importanti, così come i voti. Allora stupisce che di fronte a un piano contestato dagli stessi sindaci Pd, approvato solo da 20 primi cittadini su 47, i sindaci delle due città principali modenesi in mano al centrodestra non abbiano preso parte al voto. I primi cittadini leghisti di Mirandola e Sassuolo non hanno infatti partecipato al voto. Francesco Menani e Alberto Greco non hanno voluto essere della partita: una partita decisiva per il territorio (parliamo della salute dei modenesi) e decisiva sul piano politico (è evidente infatti che il Pd e l'assessore regionale Donini, espressione diretta di Bonaccini, con questo voto si giocavano il tutto per tutto).
Ecco, i due sindaci leghisti hanno deciso di chiamarsi fuori. Inutili il rimprovero a posteriori dell'alleato Fdi ('chiediamo a tutti i sindaci di prendere una posizione con maggior coraggio per il bene della comunità che rappresentano e non del partito al quale sono iscritti' - hanno detto i meloniani) e l'attacco del Pd mirandolese ('il sindaco di Mirandola che dice? Non pervenuto. Partecipante ma non votante: altro che pugni battuti sul tavolo, uno slogan che abbiamo sentito tante volte buono solo per una propaganda a buon mercato' - ha detto il capogruppo Pd Ganzerli). I giochi ormai sono fatti e Menani e Greco hanno lasciato giocare gli altri, facendo così un enorme regalo al Pd nel momento di sua massima difficoltà e divisione interna.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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