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ne basavano i propri risultati sulla gestione finanziaria del prestito da soci ed erano in difficoltà sulla gestione industriale commerviale. Ora sembra che più che ottenere sinergie la mega fusione abbia sommato costi, in particolare sembrano troppo pesanti i costi della pletorica organizzazione dirigenziale lautamente pagata e infarcita di benefit vari.
Non appaiono visibili strategie di recupero della qualità della organizzazione micro e macro ed il modello confrontato con il principale concorrente, Esselunga, si conferna perdente con indici nettamente inferiori su quasi tutti i piani.
Credo che i soci dovrebbero chiedere chiarezza sui dati gestionali, sulle motivazioni dei risultati negativi, sulle azioni per rimettere in carreggiata la cooperativa e sulla sicurezza del prestito sociale.
L'estrema complessità, articolazione e burocratizzazione delle assemblee sociali e la scarsa partecipazione, rispetto al numero enorme dei soci, rende difficile una reale e non formale partecipazione e controllo attivo sulla cooperativa e questo pone da tempo un problema sulle modalità di partecipazione e di formazione e controllo delle governance di queste mega cooperative, problema mai affrontato seriamente che andrebbe ripreso.
Come soci teniamo alta l'attenzione e pretendiamo azioni gestionali positive a partire da una revisione del management e dei suoi rapporti con il consiglio di amministrazione. Rendiamo realmente scalabile la governance in caso di sua inefficienza e rompiamo lo schema dei presidenti inamovibili per ere geologiche.