Con accanto Matteo Richetti, l'ex vicesindaco, uscito indenne da diversi procedimenti giudiziari nel contesto del Carpigate (innescati anche dalle denunce di Bellelli), ha voluto dimostrare che a Carpi il partito di Calenda è prima di tutto il suo partito. Il partito di Morelli.

Suo il volto affisso sulla vetrata della sede elettorale, suo il volto sui cartelloni di partito. Sua e solo sua la scena nel corso della presentazione della sede, con lo stesso parlamentare Richetti (uno che il palco è abituato a riempirlo da solo) a fare da comprimario.
Morelli è stato mattatore assoluto, con un parallelo ardito ha aperto l'incontro citando Enzo Tortora, martire della malagiustizia con il suo 'Dove eravamo rimasti', ha sottolineato le differenze e le discontinuità con la giunta uscente e ha annunciato alcuni dei nomi della sua lista (Armando Nocera, Nico Mecugni, Vittoria Neato).

Perchè Morelli è così. Al di là dei veri consensi (tutti da dimostrare alle urne), la sua figura è totalizzante, mette ombra sul resto. Sullo stesso iperattivo Paolo Zanca che lo ha scelto come leader di Azione a Carpi e, soprattutto, sul mite Riccardo Righi, che lo sta subendo in modo clamoroso. L'alleanza con Azione per il Pd era evidentemente necessaria per cercare di evitare il ballottaggio, così come l'accordo con la Dc del leader nazionale Cuffaro, ma contenere Morelli, che in caso di vittoria reclamerà ovviamente un posto in giunta, sarà difficile. L'uscente Bellelli ne sa qualcosa.
Giuseppe Leonelli