Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Che Massimo Mezzetti sia il candidato sindaco col profilo migliore che il Pd modenese, dopo la figuraccia degli 8 candidati alle Primarie zittiti in panchina, potesse trovare non vi sono molti dubbi. La sua preparazione culturale gli permette di staccare di gran lunga la classe dirigente locale, a partire da Bonaccini e Muzzarelli, e il suo approccio politico è distante, almeno apparentemente, dall'arroganza del potere che, nella Modena che non cambia da 80 anni, i cittadini hanno imparato purtroppo a conoscere. Consapevole dei propri mezzi, lontano dagli slogan social (il suo profilo Facebook è di fatto inutilizzato), a rischio di apparire presuntuoso, Mezzetti sta mostrando con tranquillità il desiderio di non rincorrere alleati e stampelle politiche.
E così il campo larghissimo che si sta costruendo intorno al suo nome deriva non tanto da una sua richiesta, quanto dalla smania dei partiti di far parte della ormai quasi certa spartizione della torta all'indomani del voto del 9 giugno.
Del loro travestirsi da stampella per soccorrere un candidato sindaco che correrebbe tranquillamente senza bisogno di aiuti.
Esempi estremi di questo desiderio di essere della partita dalla parte del quasi certo vincitore, sono il M5S e Azione. Ieri sia il partito di Conte che quello di Calenda, in due eventi diversi, hanno cercato di fare melina, di dire che l'accordo non è ancora raggiunto, che loro ci stanno pensando e che sono pronti ad andare da soli, qualora il programma e le alleanze non dovessero soddisfarli. Ma ormai la strategia è chiara: i 5 Stelle e i fedeli del duo Richetti-Calenda sosterranno in pieno Mezzetti e si ritroveranno seduti fianco a fianco, pur dicendo ogni male l'uno dell'altro.
Nessuna novità, la politica è sempre stato questo e negli ultimi anni, dopo le evoluzioni del governo giallo-verde divenuto giallo-rosso, le cose sono ulteriormente degenerate, eppure un po' di ingenuo stupore resta.
Certo M5S e Azione otterranno una sedia, ma rischieranno di perdere la faccia davanti all'elettorato al quale per anni hanno raccontato di voler fare opposizione durissima al Pd (nel caso dei 5 Stelle) e di non fare mai alleanze coi grillini (nel caso di Azione).
E sullo sfondo, prime vittime restano i modenesi. Perchè il punto è che, nonostante le caratteristiche positive di Mezzetti, egli rappresenta comunque il garante di un Sistema politico rodato, intangibile dal Dopoguerra. Un sistema che a Modena condiziona mondi economici, paralizza visioni culturali difformi, unisce in modo indissolubile enti che per loro natura dovrebbero essere autonomi. Un sistema che da domani, probabilmente, avrà due stampelle in più.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>