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Voto Modena, il vero avversario di Mezzetti? La presunzione di vincere facile

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Il primo punto di debolezza del centrosinistra è rappresentato proprio dalla sua forza. Su questo dovranno far leva Giacobazzi o Negrini


Voto Modena, il vero avversario di Mezzetti? La presunzione di vincere facile
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Partiamo da un presupposto. L'avvocato Piergiulio Giacobazzi e l'imprenditore Luca Negrini sono due persone serie. Hanno diverse esperienze politiche, punti di forza (Negrini può contare sul partito che traina la coalizione e Giacobazzi può far leva sulla sua lunga esperienza di consigliere comunale e candidato in Parlamento) e punti di debolezza (Giacobazzi non ha l'appoggio del deus ex machina Barcaiuolo, Negrini ne è forse fin troppo l'emanazione) e, soprattutto, entrambi possono contare su professioni solide che li rendono autonomi e immuni dalle montagne russe della politica. Elemento quest'ultimo, tutt'altro che ininfluente.

Detto questo, al netto della esclusione di figure politiche altrettanto meritorie (Elisa Rossini e Daniela Dondi su tutte) che, non si capisce perchè, non sono state prese in considerazione a priori dal leader regionale di Fdi, il principale limite dei due pretendenti al ruolo di candidato sindaco di Modena per il centrodestra sta nella mancata costruzione di una rete socio-economica in grado di creare una squadra percepibile dagli elettori come una alternativa credibile al monopolio Pd.

Il punto non è tanto, o almeno non solo, il tema del candidato civico o politico. Questa dicotomia stantia non significa nulla. Il tema è, o meglio era, la costruzione di una squadra larga in grado di presentarsi alla pari con la corazzata del centrosinistra che già può contare su uno zoccolo duro legato al conservatorismo modenese (declinabile nelle mille sfacettature del Sistema emiliano) e che non doveva poter contare anche sul vantaggio tattico e tempistico che ora, passato anche la fatidica data di San Valentino, appare evidente.

Chi aveva la responsabilità di costruire questa rete, chi doveva, partendo mesi fa, realizzare un progetto solido intorno al candidato sindaco non lo ha fatto e ora, inevitabilmente, due persone serie come Giacobazzi e Negrini rischiano di trasformarsi negli ennesimi agnelli sacrificali davanti alla gioiosa macchina da guerra Pd.

Giustificazioni se ne possono trovare tante: la melina di Paolo Cavicchioli che ha paralizzato i giochi fino a gennaio, l'operazione di disturbo della inedita coppia Gianpiero Samorì-Carlo Giovanardi con l'elogio oggi della dottoressa Maria Grazia Modena a Muzzarelli, l'assenza di coraggio da parte di figure di spicco di centrodestra nello spendersi in prima persona... Tutto vero. Ma questo non basta a sollevare le responsabilità della situazione in cui versa ora il centrodestra. Una situazione per certi versi simile a quella nella quale si andò a ficcare la Lega 5 anni fa candidando Stefano Prampolini, Lega che infatti oggi decide coscientemente di non essere nemmeno della partita in città, forse dando per persa la gara anche in virtù del gap delle ultime politiche all'ombra della Ghirlandina e accontentandosi del braccio di ferro su Sassuolo.

Fatta questa premessa, è ancora possibile immaginare per il centrodestra di correre per non perdere. Pur coi limiti che ci sono stati, si può ancora, anzi si deve, lavorare per provare a regalare a Modena una alternanza politica che manca da 80 anni, perchè, indipendentemente da come la si pensi politicamente, l'alternanza in un regime di monopolio è un valore assoluto. Al di là dal colore del monopolio.

E dunque qual è la principale leva sulla quale Negrini o Giacobazzi potranno agire per cercare di tentare l'impresa? Probabilmente il primo punto di debolezza del centrosinistra è rappresentato proprio dalla sua forza. Un paradosso tutt'altro che assurdo. La debolezza del sistema di potere modenese sta nella presunzione di vincere facile. In casa Pd, Massimo Mezzetti sta già lavorando alla squadra di Governo, gli 8 candidati Pd umiliati dalla segreteria che nemmeno li ha fatti correre alle Primarie, stanno già sognando un posto al sole, o anche all'ombra. Purchè a sedere. Francesca Maletti sogna già un incarico come assessore al welfare e Giancarlo Muzzarelli un ruolo di capogruppo in Consiglio comunale, in attesa di puntare a ruoli più prestigiosi. Strapuntini, nomine e ruoli sono già stati spartiti dai soliti noti. Col bilancino del Manuale Cencelli si stanno intrecciando relazioni con gli alleati, si sta dialogando coi 5 Stelle, si stanno costruendo liste civiche a tavolino. Come se la vittoria fosse scontata già dal primo turno.

Ecco, probabilmente è questa la leva che può usare il centrodestra: prendere atto della propria debolezza, del ritardo nella individuazione di una alternativa credibile, degli errori commessi e andare oltre. Posticipare l'analisi sulle responsabilità al dopo 9 giugno e provarci con coraggio, nonostante tutto. Vincendo la sindrome dell'agnello sacrificale e sfruttando a proprio favore le granitiche (e presuntuose) certezze Pd. Negrini o Giacobazzi, Giacobazzi o Negrini sono chiamati a questo, dimostrare che, a volte, l'improbabile è la strada più vicina al vero.
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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