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'Bibbiano, quali erano i rapporti della Mori con Fadia Bassmaji?'

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'Quali rapporti, allora, fra la struttura ideologica della Bassmaji e delle comunità LGBT con lo scandalo della Val d'Enza?'


'Bibbiano, quali erano i rapporti della Mori con Fadia Bassmaji?'
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Gentile direttore,
 
nell’edizione della Gazzetta di Reggio di domenica scorsa ho letto un’intervista - con annessa colonna a fianco - a Roberta Mori, consigliera regionale in Emilia Romagna nonché presidente della commissione Parità.
Non voglio soffermarmi sull’intervista, quanto piuttosto sulla colonnina e, in particolare, sulle parole della Mori riportate a proposito dell’attacco mosso dai 5 Stelle al consigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte.
 
Dice la Mori: «Si tratta di una polemica strumentale, che si fonda sull’assunto che chiunque abbia avuto a che fare con il sindaco di Bibbiano e i servizi sociali della Val d’Enza sia un criminale. Nel 2015 erano emersi casi di bambini abusati. Persino una ragazzina fatta prostituire dalla madre. L’idea che i servizi sociali affrontassero questi problemi così delicati, specializzandosi per una tutela multidisciplinare e qualificata, denunciando all’autorità giudiziaria maltrattamenti e abusi, non poteva che essere apprezzato.

Naturalmente, se ci sono stati comportamenti illeciti chi ne è responsabile ne risponderà».

 
Trovo questo pronunciamento della Mori privo di profondità, e spiego le mie ragioni: capo primo: pur di sfilarsi dall’agone la Mori, che nel 2015 invitava nella sua commissione Carletti e Anghinolfi a parlare del modello Val d’Enza, partecipando poi al grande convegnone di Bibbiano - “Quando la notte abita il giorno” -, nonché all’inaugurazione del centro “La Cura”, difende un avversario politico come Delmonte. Capisco che non potesse avere altra scelta, ma appare una presa di posizione veramente debole e volta, appunto, a riparare se stessa.

Capo secondo: non si tratta di criminalità per aver «avuto a che fare con il sindaco di Bibbiano e i servizi sociali della Val d’Enza», quanto piuttosto di responsabilità istituzionali prima ancora che politiche: le varie partecipazioni della Mori e i suoi inviti in regione di Carletti e Anghinolfi, denotano una scarsezza di approfondimento in cui credo non possa incorrere una istituzione, o almeno non senza poi darne spiegazione alcuna come se nulla fosse.


Capo terzo: il caso della bambina fatta prostituire nel 2015 , buttato così nella mischia, sa molto di caso limite sul quale si preferisce non proferire spiegazioni. Può spiegarci meglio il caso la consigliera Mori? Può certificare che le cose fossero così come lei, in una mezza riga, le descrive? E, anche nel caso lo fossero, può un caso limite esser preso come esempio assoluto?

Capo quarto: aldilà delle eventuali responsabilità penali, la Mori dovrebbe capire - ma credo ben lo sappia - che c’è un sistema ideologico dietro al caso Val d’Enza, ovvero una minimizzazione dell’istituzione famiglia, e in particolare della famiglia naturale.

Capo quinto: facendo un passo indietro verso il pezzo dell’intervista, e ricollegandosi al capo quarto, la presidente della commissione Parità parla di un ingiusto attacco alla comunità LGBT che si è cercata di coinvolgere totalmente con i fatti di Bibbiano, dove effettivamente, però, l’ideologia LGBT un ruolo lo ha avuto veramente. Non si può far di tutta l’erba un fascio: sono d’accordo con la Mori. Tuttavia quest’ultima dovrebbe altresì spiegarci quali erano i suoi rapporti con Fadia Bassmaji, una delle persone coinvolte nelle indagini, grande regista della maggior dei convegni in Val d’Enza, direttrice di Sinonimia TeatroCulturaBellezza e dell’incorporato progetto AffidarSI. Con la Bassmaji, la Mori, presentava a Reggio Emilia, nel marzo 2019, il progetto “W l’Amore”, progetto a favore dell’educazione all’affettività e per combattere l’omofobia. Cioè le basi della legge che si sarebbe poi votata poco tempo dopo (il mese scorso) in Regione, e avente come relatrice della proposta di legge proprio la Mori.
Quali rapporti, allora, fra la struttura ideologica della Bassmaji e delle comunità LGBT con lo scandalo della Val d’Enza? Questo vi è da capire: se esiste un collegamento ideologico fra le cose.
 
Ci sarebbe molto altro da dire, ma può bastare così. Ribadisco che non si può tentare di sviare le responsabilità istituzionali - che non hanno alcun tipo di rilevanza penale, ci mancherebbe, ma credo abbiano enormi connotati morali e, di conseguenza, di credibilità politica.
 
Cristiano Lugli - Portavoce di Renovatio 21

Redazione Pressa
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