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Dinanzi alla tragedia di Genova si resta senza parole, annichiliti dal dolore, increduli, impotenti. E il dolore viene ancor più alimentato da una rabbia cieca per una tragedia annunciata da tanti. Tutti sapevano, tutti avevano denunciato, tutti erano allarmati. Eppure abbiamo dovuto aspettare i morti per renderci conto della gravità della situazione . Ora è il solito italico gioco al rimpiattino. Rimpallo di responsabilità, richieste di dimissioni, invocazioni ai controlli, il cordoglio di chi è preposto alla sicurezza e non ne è stato capace. A noi restano le vittime da piangere e la rabbia.
A Modena noi da quasi un anno abbiamo denunciato la pericolosità del complesso ospedaliero del Policlinico. Una interrogazione del Consigliere Bargi in Regione datata ottobre 2017 documentava la precarietà dell’ospedale anche e, soprattutto, in seguito al sisma del 2012.
Il Policlinico manca dei necessari requisiti di sicurezza ma la risposta a quella interrogazione è stata che lo stabile superò i collaudi del 1957 e qualche prova di carico qualche decennio dopo, che la documentazione prodotta essendo molto corposa, aveva bisogno di tempo per essere presa in esame e che avendo resistito al sisma del 2012, si poteva ritenere che il Policlinico di Modena fosse luogo sicuro e stabile.
Allora come adesso, noi riteniamo che le risposte non siano sufficienti. Noi abbiamo diritto di avere prove documentate e aggiornate di quanto le autorità preposte affermano. Noi abbiamo denunciato e lo faremo ancora fino a quando non avremo risposte adeguate. Noi non vogliamo limitarci a intrecciare le dita e sperare che un eventuale altro sisma non sia un po’ più forte dell’ultimo e dover piangere vittime innocenti.
Mai più l’incuria e i rimpiattini. Mai più morti. Mai più un’altra Genova. Noi non vogliamo leggere e piangere su cronache di morti annunciate. Noi vogliamo risposte e sicurezza.
Anna Beatrice Borrelli
Redazione Pressa
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