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Caro Direttore,
ho letto con piacere l’articolo sulle candidature di Modena. Dove definisce i contendenti del centrodestra Piergiulio Giacobazzi e Luca Negrini “persone serie”. Sono perfettamente d’accordo con lei, anche sui sottintesi che ne conseguono. Come sono d’accordo su diversi dei sintomi che ha evidenziato. Sintomi del malanno che impedisce al centrodestra “la costruzione di una squadra larga in grado di presentarsi alla pari con la corazzata del centrosinistra”.
Ma qual è la malattia? Semplice: la parte politica conosce le regole del gioco e sa quali sono i posti che contano e che portano potere e soldi. E come ci si arriva? Partendo davanti e tenendo fermi tutti gli altri. Alle ultime elezioni FDI, coordinata in regione da Michele Barcaiuolo, al proporzionale alla Camera dei deputati ha candidato Foti, Lucaselli, Vinci, Russo al collegio di Piacenza; Bignami, Lucaselli, Vinci, Colombo in quello centrale; Foti, Lucaselli, Vinci, Buonguerrieri in quello della Romagna.
Nota delle ripetizioni? Di questi, Foti e Buonguerrieri sono stati candidati e eletti al maggioritario. I restanti 5 tutti eletti al proporzionale – e magari con i voti presi FDI avrebbe potuto eleggerne anche di più, ma sono finiti i nomi. Una pagliacciata, politicamente parlando, che spiega bene quali siano i meccanismi usati per la composizione delle liste. E chi conosca questi meccanismi, con il centrodestra non vuole averci nulla a che fare. Perché sa che all’ultimo le promesse svaniscono e vanno avanti solo quelli che decidono in separata sede i partiti.
La “melina di Paolo Cavicchioli”, come l’ha definita lei, non è tanto una melina: è la scelta di una persona dalla carriera encomiabile, che non vuole immischiarsi con un centrodestra modenese che non può garantirgli nulla. L’esempio della dottoressa Maria Grazia Modena, specularmente, dimostra invece cosa succede a chi si affidi al centrodestra: e mentre lei esprimeva “un caloroso ringraziamento al senatore Barcaiuolo che mi ha aiutato e favorito nella decisione di candidarmi”, il centrodestra diceva che si sarebbe trattato “di un’uscita non concordata e assolutamente non condivisa, una fuga in avanti, un tentativo goffo per mettere confusione”. Le pare che una cardiologa di fama internazionale, che ha già subito quello che ha subito, meritasse uno sputtanamento di questo tipo?
Roberto Benatti
Redazione Pressa
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