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'I burocrati responsabili dell’attività faunistico- venatoria non si smentiscono mai! La Caselli, pur percorsa da dubbi sulla vergognosa pre-apertura, ha deciso in fine di concederla, non perché esistesse qualche motivazione a favore, ma semplicemente perché NON poteva non concederla. Avrebbe costituito un precedente per le prossime stagioni. E sai che polemiche! Meglio lasciar stare tutto e fregarsene delle condizioni della fauna.L'assessore Interpreta poi male, o ignora, l’articolo 2 della legge 157/92. Infatti cita iniziative come la eventuali riduzioni di orario venatorio a risarcimento dei danni da siccità che, per una corretta conservazione, non significano nulla. Di moratoria neanche a parlarne!
A proposito poi dell’apertura ufficiale del 17 settembre pare alla Caselli, supportata (guarda caso!) dalla Montalti e da Molinari del PD, che le recenti piogge abbiano risolto i problemi di mesi di eccessiva siccità.
Questo lo suggerisce forse l’ARPAE ( che non si interessa di fauna!), non l’ISPRA ( organo statale deputato alla fauna!), delle cui competenti raccomandazioni, purtroppo solo con valore consultivo, non vien tenuto conto. In autunno stanno arrivando le specie migratorie e troveranno un ambiente stremato, con risorse alimentari ridotte, e saranno ancor più facile preda dei cacciatori.
Le specie in decennale sofferenza continueranno ad essere perseguitate con l’ipocrita riduzione del numero dei capi da abbattere o il falso richiamo alle caccie tradizionali. Una logica perversa questa. Più calano gli esemplari in natura, meno se ne possono cacciare. Qual è quindi il limite di consistenza oltre il quale si rischia l’estinzione? A quando una moratoria sulle singole specie in difficoltà? Nessuno lo dice.
Malgrado i ripetuti tentativi del WWF e delle altre associazioni protezionistiche, impossibile riflettere seriamente sulla legge 157/1992, che pur avendo posto fine all’indiscriminato massacro dei decenni precedenti ora, dopo quasi trent’anni e le mutate condizioni ambientali e faunistiche, dovrebbe essere ripresa per un serio esame sulle specie cacciabili e sulle mutate condizioni ambientali.
Per tentare finalmente una pratica venatoria davvero sostenibile. Esistono studi molto seri e raccomandazioni a livello europeo su questo problema, ma ancora si preferisce ignorarli per continuare, a scanso di problemi, il burocratico e ripetitivo rinnovarsi annuale del calendario venatorio. Leggo che il sig. Delmonte della Lega, altro partito notoriamente interessato all’ambiente, che pare vivere in una sorta di paesaggio finlandese-padano, circondato da specchi d’ acqua, concorda con la Caselli. Forse non sa che molti di quei laghi o campi allagati artificiali servono quali richiami per la caccia agli anatidi. L’acqua c’è, forse abbondante, solo per quello scopo. Siamo sempre lì'
Mauro Zanichelli - WWF Modena