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'La stampa oggigiorno ripete sempre più spesso il racconto della difficoltà di fare le opere pubbliche vitali per il paese a causa una burocrazia inefficiente. A Modena però abbiamo uno dei casi in cui sono presenti altri colpevoli.
La messa in sicurezza dei fiumi modenesi è stata ignorata per 35 anni dalla politica regionale e per questo siamo arrivati al punto di avere fiumi pericolosi anche per le piene piccole. Sul Secchia, dal 1980 al 2014, non sono mai stati fatti i lavori di adeguamento considerati necessari dagli enti competenti (Magistrato del Po, Autorità di bacino, AIPO) né la semplice manutenzione, lasciando crescere senza controllo la vegetazione sugli argini. Nessuna burocrazia può riuscire a bloccare i lavori per 35 anni.
Dopo l'alluvione del 2014 in regione si sono svegliati e sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza ma solo per le piene piccole.
E qui si arriva alla scelta delle priorità: la regione infatti invece di investire per la messa in sicurezza del fiume ha deciso di costruire l'autostrada Modena-Sassuolo dentro il Secchia un doppione della superstrada a 4 corsie che passa lì accanto e con una spesa fantastica di oltre 500 milioni di euro.
Allo stesso tempo non c'è il finanziamento per l'adeguamento della cassa di espansione del Secchia e del sollevatore del Naviglio sui 140 milioni necessari ne sono stati stanziati 20. Anche qui non è la burocrazia a sbagliare l'opera prioritaria ma la nostra classe dirigente.
Con classe dirigente sono compresi anche gli industriali ceramici di Sassuolo i quali vivendo ad una quota più elevata possono permettersi di ignorare il problema, meno comprensibili i politici a Bologna, infatti qualcuno della pianura modenese mi sembra che ci sia'
Massimo Neviani
Redazione Pressa
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