La Pressa diffonde odio? Artioli: 'Opinioni erano e restano a titolo personale'
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La Pressa diffonde odio? Artioli: 'Opinioni erano e restano a titolo personale'

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'Se i giornalisti della vostra redazione si sono sentiti giudicati o peggio, messa in discussione la loro legittima libertà di espressione e opinione, me ne scuso'


La Pressa diffonde odio? Artioli: 'Opinioni erano e restano a titolo personale'
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Spett.le redazione,
ringraziando per la disponibilità che mi offrite di rendere pubblica la conversazione telefonica avuta ieri pomeriggio 4 marzo, le scrivo quanto segue.
In merito alla corrispondenza tenuta via messenger tra chi vi scrive e la vostra testata, vorrei precisare che posizioni e pensieri espressi sono stati fatti quale persona fisica e non certo con altre vesti o se preferite “funzioni”. Tanto è stato dimostrato, come in diverse altre occasioni di contributo al dibattito politico, quando ho inviato materiale di commento, anche alla vostra testata, li ho fatti a firma di portavoce dei Verdi di Carpi.
Detto questo, credo che le mie opinioni in merito alla necessità di cronaca di sottolineare o meno, la nazionalità di quanti coinvolti in diversi fatti, sia, seppur personale e forse non condivisibile da altri, da rispettare.

Ho motivato questa mia posizione, pensando come su tutto il Paese, sia sensibile al tema dell’immigrazione pertanto come sia delicato l’argomento e come lo si tratta. Il richiamo all’attenzione nel trattare tali argomenti con la necessaria prudenza non era certo rivolto alla vostra redazione, o addirittura voler interferire nel necessario diritto di cronaca che vi compete, anzi è vero il contrario. Da vostro attento lettore mi preme contribuire al dibattito che la vostra redazione offre. Chiarito il fatto che le mie opinioni discusse e oggetto della presente, erano e rimangono a titolo personale, mi stupisce il fatto che mai ho fatto riferimento ad una vicenda in particolare, dove diversamente vedo che vostri lettori vanno a parare, attribuendomi commenti su un fatto specifico. Non compete a me, ma agli inquirenti e agli organi di polizia fare chiarezza su fatti criminosi.
Ora, se lo scambio di opinioni tra un lettore e la redazione si può accendere, credo che sia giusto discuterne e confrontare i punti di vista senza trascendere gli argomenti o deviare il confronto su temi mai sfiorati o intesi dalle parti.
Se i giornalisti della vostra redazione si sono sentiti giudicati o peggio, messa in discussione la loro legittima libertà di espressione e opinione, me ne scuso certamente, tutto questo è lontano dal mio genuino pensiero, che è radicato nel rispetto della libertà di stampa e opinione, proprio come recita l’art. 21 della nostra Costituzione.
Tanto vi dovevo.
Nella proficua reciproca collaborazione e continuo scambio di idee tra la vostra redazione e i tanti vostri lettori, vogliate gradite sentimenti di cordialità e buon lavoro.
Andrea Artioli

Gentile dottor Andrea Artioli,
prendiamo atto della sua missiva che pubblichiamo in modo integrale e ribadiamo, come già fatto telefonicamente, che riteniamo doveroso per un giornale pubblicare la nazionalità di chi delinque e che, in questo, non vi sia nulla di associabile all'idea di 'fomentare odio'. Affermare il contrario - pur nel rispetto delle opinioni di ciascuno - crediamo, e lo ribadiamo con forza, sia lesivo del nostro lavoro. Come lo stesso sindacato dei giornalisti ieri, attraverso il presidente di Aser Paolo Maria Amadasi, ha sottolineato. Rispetto alla posizione del sindacato che condividiamo in pieno, aggiungiamo che - sempre a nostro avviso - accusare qualsivoglia giornale di 'fomentare odio' attraverso la pubblicazione di notizie (la nazionalità di un arrestato è semplicemente parte della notizia) sia odioso ed intollerabile. Purtroppo, dalla sua lettera, ci pare che vi sia in qualche modo la conferma, pur ammorbidita, di tale tesi, indipendentemente che lei si riferisse al caso specifico legato ai fatti di Parma o alla pubblicazione della nazionalità in generale.
Ognuno, ovviamente è libero di pensare quello che vuole, così come è nostra libertà dissentire fermamente dalle sue opinioni, al di là che lei decida di parlare come Presidente del Consiglio comunale di Carpi, carica che ricopre tutt'ora, o come privato cittadino. Le scuse personali sono ovviamente accettate, ma il merito della vicenda ci vede profondamente distanti.
Ci dispiace infine, e lo ribadiamo, il silenzio del Suo sindaco, Riccardo Righi, su tale vicenda.
Buon lavoro a lei
Giuseppe Leonelli

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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