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Per la pessima situazione dei fiumi si è trovato il colpevole, il cambiamento climatico, questo per nascondere le colpe dei politici, la mancanza di investimenti nella sicurezza idraulica negli ultimi 40 anni. La paurosa piena del Secchia il 12 dicembre è stata descritta come imprevista, un evento unico nella storia dell'umanità visto forse solo dai dinosauri qualche milione di anni fa.
Però la penosa realtà è descritta da anni negli studi di AIPO e Autorità di bacino. Per una piena grande TR 200 (piena con tempo di ritorno di 200 anni, obiettivo dei progetti per la messa in sicurezza ) il fiume ha una portata di 2000 metri cubi al secondo. Per una piena media TR 50 la portata è di 1600 metri cubi al secondo. Per una piena piccola TR 20 appena 1350 metri cubi al secondo.
L'ultima piena aveva una portata inferiore ai 1300 metri cubi al secondo sulla via Emilia a Rubiera, quindi inferiore alla piena piccola. Anche la durata della piena è stata inferiore rispetto a quella prevista per una piena piccola, aveva un volume d'acqua limitato e questo spiega perché nella bassa non ha raggiunto livelli critici.
E' stata una piena piccola sia come portata massima sia come volume d'acqua complessivo. Le portate di picco previste sono aumentate dal 1960 a causa dello stravolgimento del letto dei fiumi causato dall'estrazione della ghiaia, il fiume oggi scorre da prima di Sassuolo fino alla via Emilia in un letto sprofondato anche oltre i 10 metri e in vari tratti in profondi canaloni, questo ha provocato un forte aumento della velocità di scorrimento e impedisce al fiume di scaricarsi nelle zone golenali come faceva nel passato.
E' per questo che a parità di piogge cadute si prevedono piene con livelli molto più alti rispetto agli anni 60, negli ultimi anni per fortuna abbiamo avuto solo piene piccole come nel Natale 2009 e nell'alluvione del 2014 con portate vicine a 1000 metri cubi al secondo e infine l'ultima di 1250 metri cubi. Non c'è stato un aumento di piovosità dovuto al cambiamento climatico. Mettere in sicurezza il territorio significa adeguare in altezza e larghezza gli argini del fiume e avere una cassa di espansione di grande capacità.
Invece dopo la costruzione della cassa di espansione nel 1980 si è raccontata la favola di aver risolto il problema, perciò non si è fatto nulla sugli argini e si sono ignorati gli studi sulla piccola capacità della cassa. Adesso dopo l'alluvione del 2014 tutti si sono resi conto della situazione e allora i politici hanno dovuto cambiare favola, “stiamo mettendo in sicurezza i fiumi” sostengono, poi finanziano interventi solo per le piene piccole.
Mettiamo i politici di fronte alle proprie responsabilità per non lasciarli nel loro mondo di favole a cui alla fine finiscono per credere.
Massimo Neviani
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>