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Pista ciclabile Solignano, questa non è 'ricucitura'

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Insomma a Solignano non esiste una ciclabile in nessun luogo, meno che nei 3 metri del sottopasso


Pista ciclabile Solignano, questa non è 'ricucitura'
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Adesso possiamo affermare che a Solignano di Castelvetro avremo 3 metri di pista ciclopedonale, ma con pendenza del 9%. Dal progetto depositato in questi giorni si legge infatti come per quanto riguarda la pista ciclabile di via del Cristo 'è stato predisposto un sottopasso ciclopedonale per consentire il passaggio a ciclisti e pedoni considerata anche la presenza di stabilimenti industriali sul lato nord della Pedemontana'.



Questo è il classico esempio di come un asse stradale “secando” un territorio riassume ed evidenzia tutti gli aspetti negativi per i cittadini insieme al decadimento della vivibilità, all’aumento dell’inquinamento, e del consumo energetico, oltre agli eventuali rischi per la propria integrità fisica, la famosa sicurezza stradale.

Se poi riflettiamo sul fatto che sono gli stessi amministratori che sullo stesso asse hanno voluto per la tutela del territorio cancellare un progetto di cavalcavia al fine di tutelare il territorio per ridurre l’impatto ambientale, facendo un breve confronto con quanto sopra, ci si rende conto che vengono usati due pesi e due misure (via Belvedere e via Cristo).



All’altezza della linea blu (foto in alto) avviene l’attraversamento della Pedemontana ed il relativo sottopasso scatolare di 2,50-3 metri di altezza che viene definito come sopra posizionato a sinistra, proprio sotto i camion parcheggiati da foto.

Diventa di difficile comprensione per un utente “normale” della strada ciclabile o pedonale, comprendere il significato delle parole utilizzate “ciclopedonale di ricucitura”, visto che la situazione è l’attuale con camion parcheggiati a destra e sinistra, ovunque, ciclabile neppure l’ombra, pedonale neppure, aiuola di separazione nessuna, quindi si può affermare che chi si inserisce su via Cristo e riesce a superarla a piedi o in bicicletta, affronta poi via Montanara, che la raccomando a tutti per l’assenza di ciclabile e pedonale, e soggetta al traffico pesante dei mezzi che trasportano atomizzato. Il termine ricucitura dovrebbe intendersi la “saldatura” fra due realtà esistenti, ma visto che ne prima ne dopo il sottopasso, esistono realtà collegabili alla “ciclopedonale”, possiamo affermare che il termine è improprio o folcloristico, o serve a dare del colore ad una mostruosità territoriale.

A muro completato certamente il parcheggio dei camion sarà anche perpendicolare al muro, e non solo come avviene ora, longitudinale, quindi il rischio è anche la presenza di automezzi addossati al muro della 569 e allo sbocco della famosa ciclopedonale.

La pista ciclopedonale creata dall’immaginario collettivo provinciale e comunale, ha circa 20 anni di storia e si concretizza con il Piano Particolareggiato del 2007 che prevedeva una situazione come rappresentata dalla cartina nella quale si prevedeva l’uso di lampioni, strisce pedonali, pista ciclabile, aiuola, strada alberata, pedonale... tutto mai realizzato. Appare evidente che se una ipotetica pista ciclabile di duecento metri (via Cristo) deve sfociare su via Montanara attraversata ogni minuto da quattro camion e senza pista ciclabile, meglio utilizzare l’auto, più sicura, con la bicicletta caricata sopra.

Il risultato di tale scelta potrebbe essere plausibile qualora fosse stata realizzata su via Cristo Sud la pista ciclabile fino a Solignano, insieme alla realizzazione del piano particolareggiato Suincom con pista ciclabile come da progetto del 2007, e via Montanara con pista ciclabile fino al congiungimento della ciclabile di Castelnuovo, solo allora il tutto sarebbe apparso logico ed ineccepibile, ma il presente sottopasso chiamato ciclopedonale potrebbe andare sugli annali della “storia topografica”.

Il progetto in essere della Provincia crea un aumento di traffico veicolare in via Cristo sud (per via Cristo nord si ritiene il tratto Suincom) e la chiusura di qualsiasi sbocco ciclabile da Solignano, visto che l’asse attuale 569 è improponibile ad un ciclista, via Montanara è veicolata ogni minuto da camion carichi di atomizzato e mattonelle, visto il polo logistico e gli atomizzatori, non resta che prendere la 569 in direzione via Gualinga per raggiungere la ciclabile vera, quella di Castelnuovo, ma con i rischi di fare un chilometro sulla 569 nella quale due camion non passano se vi è una bicicletta (segnalata varie volte alla Prefettura di Modena per il passaggio continuo di mezzi pesanti in senso vietato per 10 anni senza esito), ma in via Gualinga verrà realizzata la rotonda della nuova 569, e quindi occorrerà immettersi sulla rotonda della 569 per giungere finalmente in terra di Castelnuovo sulla agognata ciclabile, a proprio rischio e pericolo.

In pratica sulla attuale 569 sia in direzione Est che Ovest non puoi andare in bicicletta, quindi a Solignano resta solo come soluzione utilizzare via Cristo che ora viene chiusa, ma con aumento del traffico residenziale come scelta obbligata, la quale è senza pista ciclabile, larga forse 3 metri e che terminerà nel sottopasso che sfocia davanti ai camion parcheggiati della Suincom, senza ciclabile e pedonale per immettersi su via Montanara a proprio rischio e pericolo.
Insomma a Solignano non esiste una ciclabile in nessun luogo, meno che nei 3 metri del sottopasso, li forse realizzano la prima ciclabile di Solignano, ma di ricucitura con pendenza del 9% e pompa aspirante dell’acqua quando piove e semaforo.
Di tutto questo il Comune di Castelvetro ha fatto 3 osservazioni alla Provincia, la prima per tener conto della pista ciclabile di Cà di Sola, la seconda nella quale ha chiesto di fare uno svincolo in ingresso per l’azienda di trasporti collegata a sud del sottopasso direttamente sull’asse Pedemontana, la terza in merito alle piante da inserire nel contesto.
Di tutto quanto detto sopra, neppure un riferimento da parte del Comune. Senza parole.

Roberto Monfredini - direttivo Nazionale di Medicina Democratica e Comitato Scientifico Nazionale Isde




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