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Sicurezza nodo idraulico, non facciamoci illusioni

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Aipo metterà in sicurezza il Secchia solo per le piene piccole (cio? piene con tempo di ritorno di 20 anni)


Sicurezza nodo idraulico, non facciamoci illusioni
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In merito ai continui comunicati stampa dei politici sulle opere in progetto per la sicurezza dei fiumi è bene non farsi illusioni. Dalle relazioni tecniche di AIPO (autorità interregionale per il fiume Po) si legge che l'adeguamento degli argini previsto a partire dal 2018 metterà in sicurezza il Secchia solo per le piene piccole (cioè piene con tempo di ritorno di 20 anni, TR20), il fiume sarà quindi insicuro per le piene medio-grandi per molti anni.

Inoltre per la cassa di espansione del Secchia si sottolinea che il progetto di ampliamento è insufficiente, è necessario un volume doppio pari a 8 milioni di metri cubi (questo dopo 27 anni dai primi studi che evidenziarono il problema). Dopo 4 anni di continue accuse alle tane di istrici e tassi per l'alluvione del 2014 si è deciso di risparmiare e di non mettere reti metalliche di protezione negli argini.

Quindi nel 2018 si sbancheranno gli argini per alzarli e allargarli, poi nel futuro bisognerà riaprirli per mettere le reti, con una spesa enorme. Anche per le piene minori (TR 20) si è capito che sia l'autostrada del sole A1, sia l'A22 del brennero verrebbero travolte dall'acqua, ma nessuno chiede un contributo finanziario alle società concessionarie per il raddoppio della cassa di espansione che metterebbe in sicurezza Modena, la pianura, l' A1 e l'A22, come è stato fatto in altre regioni. Abbiamo una classe dirigente distratta.

Massimo Neviani


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