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Finalmente abbiamo la definizione autentica del termine «pacifista». L’ha gratuitamente fornita lo scrittore e giornalista Guzzanti durante il Tg4 di eri sera, 28 gennaio.
La questione è sorta sulla base di un sondaggio pubblicato dal quotidiano La Stampa nel quale si evidenzia che la maggioranza degli italiani è contraria all’invio di armi all’Ucraina; tale invio, in un anno non ha portato a nessun negoziato di pace, ma ad una escalation della quale non possiamo prevedere la conclusione.
Ebbene costoro, che vorrebbero un trattato di pace anche con la perdita di territori da parte dell’Ucraina, sono i famosi «pacifisti», veri o presunti, che Guzzanti definisce con la sua solita arguzia da 'romano de Roma'.
Sono stati escluse quelle anime candide della galassia sinistrorsa con la bandiera arcobaleno, anarchici e nostalgici del movimento hippie; sono stati esclusi i cristiani, quelli che ubbidendo al dettato di Gesù 'ama il tuo nemico e a chi ti percuote su una guancia, porgi l’altra' che hanno compiuto la più grande rivoluzione del mondo e sconfitto l’esercito che davvero dominava tutti gli altri: quello di Cesare.
I pacifisti non sono costoro, secondo Guzzanti, ma ben altro: rappresentano il popolino in stile borgata romana, quelli del 'nun me frega niente'.
Sostanzialmente, sono quelli che della rivoluzione di piazza Euromaidan, del battaglione Azov a massacrare i civili del Donbass fin dal 2014, dell’ammessa implicazione della CIA in tutto ciò per mettere sotto pressione Mosca, dell’aggressione della Russia, del sangue che scorre da ambo le parti in un anno di combattimenti non importa nulla.
Il quasi 60% degli italiani è preoccupato per la condizione economica e che la propria vita sia messa in pericolo. Insomma, sono gli egoisti senza una visione etica del problema. Anzi, senza nessuna visione che superi il proprio naso e si distanzi dall’ombelico.
Mi pare una forzatura piuttosto stupida per uno come Paolo Guzzanti, che si è sempre definito anche pragmatico, eletto nella XVI legislatura deputato del Popolo delle Libertà.
Per quasi 12 mesi ci hanno detto che armare l’Ucraina serviva per pareggiare la potenza di fuoco con la Russia (e già questa affermazione ha dell’incredibile) e quindi costringere Putin al tavolo delle trattative e al ritorno alla pace.
Il risultato oggettivo è che siamo partiti dalle armi leggere, dalle pistole e fucili d’assalto, dai giubbotti anti proiettile e siamo andati a finire ai carri armati di ultima generazione e presto ai caccia F 16.
Questa strategia del continuo riarmo non ha prodotto nulla di positivo e anzi ci ha condotto ad affermare con le parole del Ministro alla Difesa Crosetto, che se i carri armati di Mosca arriveranno a Kiev, sarà Terza Guerra Mondiale con atomiche e tutto quanto abbiamo da sparare.
Il popolino a volte si rivela più intelligente di chi lo governa e vuole istruirlo con la propria saggezza, perché non s’incespica nelle dotte analisi di geopolitica e bada al sodo, riduce la questione all’essenziale: la Crimea e gran parte del Donbass non vorranno mai essere governati da Zelensky e i suoi, che considerano alla stregua dei nazisti combattuti durante la Seconda Guerra Mondiale e braccio armato e occulto dell’America. Troppe persone sono state ammazzate dal 2014 ad oggi (nella nostra indifferenza ordinata dalla Casa Bianca). Se anche Mosca decidesse di ritirarsi dietro i propri confini, le armi non tacerebbero e quindi, tanto vale rinunciare a chi non ti vuole e andare avanti.
Sarà sicuramente una posizione poco colta, etica, non supportata da nobili ideali (quasi sempre ipocriti), ma ha un gran merito: il ritorno alla vita senza bombe, missili intelligenti che stupidamente cascano su scuole e ospedali, senza vendette personali e stupri.
Putin ha ragione quando dice che Biden ha la chiave del governo di Kiev e può finire questa guerra in cinque minuti: riconoscimento dei territori conquistati dalla Russia e l’Ucraina immediatamente dentro la NATO e l’Europa. Fine delle trasmissioni. E invece, ancora il TG4 con Guzzanti e le sue curiose definizioni.
Massimo Carpegna
Massimo Carpegna
Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..
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