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“La mafia esiste tuttora non è stata definitivamente sconfitta, estende i suoi tentacoli nefasti e per questo è necessario tenere ancora la guardia alta con attenzione vigile”. Certo, “la condanna popolare ampia e possente ha respinto in modo chiaro i crimini, gli uomini, i metodi e l’esistenza della mafia”. Lo dice Sergio Mattarella nell’aula bunker di Palermo, commemorando i 29 anni dall’attentato mafioso in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli uomini della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo. “La mafia non è invincibile e può essere definitivamente sconfitta - ha aggiunto il Capo dello Stato -. La mafia ha paura di forze dell’ordine efficienti, ma l’avverte anche di fronte alla ripulsa dei cittadini e dei giovani. La mafia, diceva Caponnetto, teme la scuola più della giustizia“.
“Io non posso non iniziare con i ringraziamenti.
Oggi voglio ringraziare lei signor presidente e le autorita presenti. Anche se la nostra aula è priva del messaggio grandissimo che ci hanno portato i ragazzi, oggi la vostra presenza è il segnale che la lotta alla mafia deve continuare e lo Stato c’è, è vicino a noi in questa lotta che non è ancora stata vinta e deve essere una priorità nell’agenda del nostro Paese - ha detto Maria Falcone, presidente della fondazione Falcone nell’aula bunker dell’Ucciardone, nell’anniversario della strage di Capaci -. Palermo non è più quella ‘bella signora che guarda dalla finestra’, come diceva Giovanni, ma oggi è una città che partecipa. Per anni la mafia ha tenuto il possesso della città ma noi, con i giovani, glielo abbiamo scippato. Oggi i ragazzi non ci sono per via della pandemia, ma ci sono i murales di Giovanni e Paolo Borsellino a vigilare su Palermo”.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>