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Stamattina al Quirinale il Presidente della Repubblica ha conferito l’incarico di formare il governo a Giuseppe Conte. Quest’ultimo ha accettato con riserva e avrà tempo fino a lunedì per concretizzare l’accordo tra il Partito Democratico e il M5S. Il sì di Conte darà il via a una nuova seduta di consultazioni con i gruppi presenti in parlamento facendo particolare attenzione a chi, a suo avviso, si è già dimostrato disposto a collaborare in una nuova esperienza di governo.
Argomentando le ragioni che, a suo giudizio, lo spingono ad assumersi la responsabilità di formare un nuovo governo per dare continuità alla presente legislatura, Conte ha parlato di una fase molto delicata che ci obbligherebbe a “uscire presto dall’incertezza”. Secondo il Presidente del Consiglio, l’intreccio tra il rallentamento dell’economia globale motivato dalle tensioni USA-Cina e le poche settimane che ci separano dall’obbligo di scrivere una legge di bilancio che tuteli gli italiani e i loro risparmi, conferiscono alla politica una grande responsabilità.
Delineando altre priorità come lo sono: il recupero di un ruolo centrale in Europa, il bisogno di riforme urgenti, gli investimenti sulla ricerca, la tutela dell’ambiente, il Mezzogiorno, combattere l’evasione fiscale, la corruzione e contenere la fuga dei cervelli, il Presidente incaricato ha sottolineato il bisogno di coraggio e determinazione quali elementi necessari per affrontare tali sfide.
Altri elementi da sottolineare sono i termini “novità” e “nuovo umanesimo” per la formazione di un governo “non contro qualcuno” ma “per il bene degli italiani. E’ stato un discorso nel quale Conte ha parlato anche delle proprie convinzioni dinanzi ai principi costituzionali di ‘centralità della persona umana’, ‘uguaglianza’, ‘lavoro’, ‘laicità’ e allo stesso tempo ‘libertà di culto’.
Il Presidente del Consiglio ha ammesso come la prospettiva di un'alleanza di governo gli abbia inizialmente sollevato qualche dubbio che poi ha avuto il modo di superare.
Dubbi che però restano vivi nella maggior parte degli italiani che vedono con sospetto la formazione del governo giallorosso. Un altro elemento di cui però Conte ha abusato è la “coerenza”. Lui dice di averla avuta, ma in realtà quest’ultima rimane e rimarrà la grande assente di questa estate politica.
Il sì di Conte a Mattarella sembra dare vita alla fase conclusiva di una crisi di governo durata circa un mese e che ha decisamente rimescolato le carte della politica italiana. Qualcuno è passato dal centro dei riflettori all’opposizione, qualcun altro era stato messo in crisi e ha saputo utilizzare i mezzi a disposizione per rimanere in vita; qualcuno è caduto proprio mentre appariva imbattibile, qualcun altro – che invece sembrava essere fatto fuori dai giochi – è stato chiamato in causa per una seconda volta.
Giuseppe Conte